Attualità giovedì 14 agosto 2025 ore 15:57
Mais e girasoli "preda" di colombacci e tortore

Cia Toscana Centro esprime preoccupazione per i raccolti e chiede l'inserimento del colombaccio fra le specie cacciabili dal primo Settembre
TOSCANA — Mais, sorgo, ceci e girasoli, ortaggi, ma anche l’uva. Sono alcune delle colture maggiormente prese d'assalto da piccioni, colombacci e tortore nelle campagne toscane.
A lanciare l'allarme è Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro che, parlando di "Ettari di produzioni già compromessi e a forte rischio", chiede di inserire il colombaccio fra specie cacciabili già dalla preapertura del periodo venatorio, prevista dal primo Settembre.
Segnalazioni avviverebbero numerose dagli agricoltori della zona Empolese “Ma il fenomeno riguarda gran parte della Toscana – precisa Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro -. Per questo chiediamo a gran voce che il colombaccio in particolare (oltre al piccione) venga inserito fra le specie cacciabili già dalla preapertura del primo settembre, e non aspettare l’apertura della caccia del 15 settembre, per difendere i raccolti due settimane in più”.
Proprio i colombacci, anche se migratori per natura, sarebbero sempre più stanziali, quindi presenti sul territorio tutto l’anno, cibandosi delle colture primaverili. "Quando uno stormo di piccioni o colombacci prende di mira un terreno coltivato - spiega Cia Toscana Centro - se ne vanno in fumo circa 12 chilogrammi di granelle al giorno, considerando che un uccello del genere mangia 30-40 grammi di granella per 200-300 capi che contemporaneamente si riversano su un solo campo coltivato. Così dalla semina alla raccolta si arriva a danni fino al 60-80% delle granelle, e addirittura al 30-40% del raccolto compromesso, fino ad una distruzione completa della coltura con l’arrivo dei cinghiali. Il periodo è dilatato: nel caso dei girasoli si va da fine fioritura di fine luglio, alla raccolta. Inoltre, è presa di mira anche l’uva che va verso la maturazione, una soluzione ‘comoda’ per colombacci, tortore e piccioni per abbeverarsi nei giorni estivi più siccitosi, quando l’acqua nei fontoni e laghetti scarseggia. L’azione di controllo svolta da Polizia Provinciale, guardie volontarie e cacciatori, che vanno ringraziati per l’attività – non è però sufficiente".
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