Attualità mercoledì 03 maggio 2023 ore 11:00
Preoccupati ma altruisti, così i toscani guardano al volontariato
Aumenta il grado di incertezza per via del quadro congiunturale, ma comunque si guarda al volontariato attivo e passivo con fiducia. L'indagine Cesvot
TOSCANA — Preoccupazione per la famiglia (40,2%) e incertezza sul futuro (81,5%) non scalfiscono lo slancio altruistico dei toscani tanto che 3 su 4 si dichiarano pronti a donare mentre il 67,2% manifesta opinione positiva sull'universo del volontariato: è il quadro tracciato dal 4° Rapporto “Opinione pubblica e altruismo in Toscana” realizzato da Sociometrica per Cesvot da cui si evince uno stato di forte irrequietezza sociale generata dal biennio Covid e poi dalla guerra come fonti primarie di destabilizzazione individuale e collettiva.
"L’indagine mostra un clima di paura e incertezza legato alla sfera personale e alla dimensione familiare ma anche una radicata consapevolezza di quelle che sono le categorie delle persone fragili e un’apertura al dono di sé e del proprio tempo che mira a un rinnovato impegno sociale", sintetizza Cesvot.
L’indagine demoscopica si è svolta su un campione di 800 interviste da Gennaio a Febbraio 2023, rappresentative di un campione riferibile alla popolazione Toscana (Istat, 2022).
“L’indagine di Sociometrica ci dice che siamo in un momento di precarietà e transizione in cui il volontariato può fare la sua parte per ricostruire un senso di fiducia e impegno collettivo", spiega Luigi Paccosi, presidente Cesvot.
“Viviamo un periodo di grandi contraddizioni", analizza il direttore Sociometrica Antonio Preiti che aggiunge: ""Rinchiusura sul personale e generosità verso chi chiede aiuto vivono contemporaneamente, come opposti che si tengono insieme". Ma vediamo cosa è emerso dal rapporto.
Crescita dell’incertezza
L’81,5% delle persone intervistate dichiara di provare preoccupazione per il futuro segno di percezione di profonda incertezza. Rimane la consapevolezza della preoccupazione rivolta alle categorie sociali più fragili: ammalati e persone disabili (61,1%), bambini che vivono in famiglie indigenti (59,1%), anziani (51,4%), disoccupati (44%), immigrati (25,1%).
L’elemento che desta maggiore preoccupazione è dato dalle difficoltà fisiche o dallo status fisico: è così per gli ammalati, per i disabili, ma anche per gli anziani e per i bambini in famiglie indigenti, dove l’indigenza naturalmente ha il suo peso, ma sembra averlo specialmente nella condizione infantile.
Per il 60% degli intervistati è aumentata la percezione di diffidenza sociale. Il clima di incertezza è connaturato anche dal dover fare rinunce a causa della aumentata precarietà economica: se il 46% si riferisce a rinunce più legate al proprio tempo libero più del 12% denuncia di aver dovuto rinunciare a spese mediche e di prevenzione.
Disponibili a donare
Se nella percezione della crescita della diffidenza si ritrova un sentimento collettivo negativo, nella concretezza delle varie forme del dono che ciascuno più offrire agli altri, possiamo ritrovare il suo opposto, vale a dire una forte, convinta, sostenuta volontà di aiutare gli altri.
Tre persone su quattro in Toscana sono disponibili a donare, in particolare: soldi a persone bisognose (52,9%), a un ente di volontariato (46,5%), per l’ambiente (43,3%).
Per quanto riguarda la donazione del sangue è altissima la disponibilità di chi dichiara che potrebbe farlo (29,2%) ma è ancora potenziale.
Il volontariato secondo i toscani
Il Rapporto descrive la rappresentazione che i cittadini hanno del volontariato inteso come disposizione psicologica e sociale ad attività altruistiche. Tra le classi di età più disponibili, spiccano gli over 64 (15,9%) e i giovani dai 18-29 anni (12%).
Chi vorrebbe fare volontariato, o non lo esclude, non lo fa per mancanza di tempo, ragioni personali o familiari. Tra i settori di maggiore interesse: assistenza sociale (36,3%), ambiente (34,9%), cultura, sport e ricreazione (21,9%), sanità (17,2%).
L’interesse per gli ambiti di cooperazione e solidarietà internazionale, filantropia e promozione del volontariato e sviluppo economico e sociale spicca unicamente nella fascia giovanile degli intervistati. Chi è favorevole a svolgere esperienza di volontariato infine, lo vuole fare nel proprio territorio, sostenendo associazioni che conosce o può conoscere personalmente (47,9%).
Il giudizio generale del volontariato rimane positivo (67,2%) anche se in flessione di dieci punti rispetto all’anno precedente, mentre aumentano le risposte di chi sostiene di non conoscerlo abbastanza per avere un’opinione (11,2%).
Le ragioni che spingono di più al volontariato sono indicative, nonostante il quadro di incertezza, di un’apertura alla collettività, infatti si sceglie di fare volontariato per dedicare il proprio tempo agli altri (57,4%) o per fare qualcosa per una causa giudicata importante (35,8%).
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Nota metodologica: Il Rapporto raccoglie i risultati di una indagine demoscopica realizzata presso un campione rappresentativo della popolazione della regione Toscana superiore ai 18 anni. La numerosità campionaria è stata di 800 casi (800 interviste a buon fine) composta in funzione della provincia di residenza (10 classi), della classe di età (4 classi), del genere (2 classi), del titolo di studio (4 classi) e della condizione professionale (8 classi). le interviste sono state realizzate nell’ultima settimana di gennaio e nel febbraio 2023. Il metodo di contatto e tecnica di rilevazione. Interviste effettuate con il sistema CATI (Computer Aided Telephone Interview) e CAWI (Computer Aided Web Interview) per mezzo di un questionario strutturato, preventivamente concordato con Cesvot.
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