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Attualità martedì 20 agosto 2024 ore 11:05
Carceri toscane sovraffollate, diffida alle Asl
L'iniziativa dell'Associazione Luca Coscioni attivata a livello nazionale riguarda anche la Toscana, dove la saturazione dei penitenziari è del 99%
TOSCANA — Sovraffollamento carcerario, diffida alle Asl da parte dell'Associazione Luca Coscioni: l'iniziativa avviata a livello nazionale con 102 atti di diffida alle Asl delle città in cui si trovano i 189 istituti penali italiani coinvolge anche la Toscana, in cui la saturazione dei penitenziari è del 99%.
Obiettivo, spiega una nota dell'associazione, la tutela dei diritti fra cui quello alla salute: "Si tratta di diffide ad adempiere al proprio compito stabilito dalla legge: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di loro competenza con il fine di apprezzare le circostanze relative all’igiene e le profilassi delle stesse, della fornitura di tutti i servizi socio-sanitari e di agire di conseguenza, qualora esse non siano a norma".
L'associazione ha messo in fila i dati sul sovraffollamento carcerario in Italia. La Toscana si attesta su una saturazione del 99%, accogliendo nei suoi istituti di pena 3.059 uomini e 85 donne. Nella sua drammaticità il dato è fra i meno critici sullo scenario nazionale che vede in Puglia il sovraffollamento più marcato (144%), davanti a Lombardia 143% e Friuli Venezia Giulia (140%).
La Toscana è in coda, quartultima davanti a Trentino Alto Adige (91%), Sardegna (83%) e Valle d'Aosta (80%).
La diffida ad adempiere
L'iniziativa, sottolinea l'associazione, è stata lanciata a seguito di un decreto carceri che scontenta per la "pressoché totale mancanza di misure strutturali volte a garantire il diritto alla salute nei 189 istituti di pena in Italia". Il testo delle diffide ad adempiere è stato predisposto dagli avvocati Francesco Di Paola, Simona Giannetti e Silvia Sole Savino coordinati da Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e Marco Perduca, promotore dell’iniziativa per l’Associazione Luca Coscioni.
Il dispositivo della diffida ad adempiere attiva la Asl a "voler provvedere, senza indugio, alla effettuazione di idonei sopralluoghi presso le strutture penitenziarie di sua competenza, al fine di apprezzare obiettivamente le circostanze relative alle effettive condizioni di igiene e delle esigenze di profilassi, impegnandosi altresì ad informare, come è nelle proprie facoltà istituzionali, i competenti Ministeri della Salute e della Giustizia, nonché a fornire tutti i servizi socio-sanitari ai detenuti e di attivarsi immediatamente qualora tali servizi non rispettassero gli standard imposti dal legislatore e oggetto di plurime contestazioni da parte degli organi giurisdizionali".
Le diffide, tra le altre cose, ricordano come "al 31 Luglio 2024 64 persone si siano tolte la vita negli istituti di pena con motivazioni le più varie ma che, stando ai resoconti delle cronache, risultano legate alle condizioni di vita in carcere dove oltre allo stress da sovraffollamento si aggiungono condizioni igienico-sanitarie fuori norma, con presenza di pulci e cimici nelle celle, nidificazione di piccioni negli spazi aperti non puliti, pessima qualità del servizi igienici, spesso condivisi con zone cottura in celle sovraffollate, scarsa o inadeguata ventilazione dei locali, scarsità d’acqua e/o mancanza di acqua calda, mancanza di docce nelle celle, docce in comune con muffe e locali insalubri, zone destinate al passeggio non adatte a creare condizioni di riparo dagli agenti atmosferici (caldo estivo, freddo invernale) e che a questo già drammatico dato devono aggiungersi i sette rappresentanti della polizia penitenziaria che si sono suicidati per motivi legati al loro lavoro, appesantito e reso frustrante dalla cronica mancanza di personale".
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