Cronaca mercoledì 19 marzo 2025 ore 19:15
Esplosione nel deposito di Calenzano, ci sono 9 indagati

Gli avvisi di garanzia sono stati inviati, a vario titolo, per omicidio colposo, lesioni personali e disastro colposo. Cinque persone persero la vita
PRATO — Omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali: queste le ipotesi di reato nei 9 avvisi di garanzia inviati dalla procura di Prato per l'esplosione del 9 Dicembre scorso nel deposito Eni di Calenzano, in cui 5 persone persero la vita. Un avviso di garanzia è stato inviato anche alla società.
A farlo sapere è stata la Procura di Prato, titolare dell'inchiesta, in una conferenza stampa tenuta dal procuratore Luca Tescaroli. "L'incidente sul lavoro è risultato in concreto prevedibile, se fosse stata effettuata un'adeguata analisi dei rischi e delle condizioni operative - ha detto - ma anche evitabile, se fossero state seguite correttamente le procedure di sicurezza, protezione e pianificazione obbligatorie per il tipo d'intervento che doveva fare Sergen". Un errore che Tescaroli ha definito "grave e inescusabile", ricostruito dagli inquirenti dall'analisi della documentazione sulla sicurezza.
Le nove persone fisiche, ovvero sette dirigenti di Eni, più il datore di lavoro e il preposto alle attività di Sergen, sono indagati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali; al contempo, Eni è indagata ai sensi della legge sulla responsabilità amministrativa in ordine ai reati di omicidio e lesioni.
I nomi degli indagati
Nello specifico, gli indagati dalla Procura sono Patrizia Boschetti, come datrice di lavoro committente responsabile della struttura organizzativa e gestione operativa del centro Eni di Roma; Luigi Collurà, dirigente con delega di funzioni sulla sicurezza del deposito Eni di Calenzano; Carlo Di Perna, responsabile manutenzioni e investimenti depositi centro Eni; Marco Bini, preposto Eni richiedente il permesso di lavoro che ha classificato l'attività di Sergen; Elio Ferrara, preposto Eni che ha autorizzato il rinnovo del permesso di lavoro a Sergen per il 9 Dicembre 2024; Emanuela Proietti, responsabile del servizio prevenzione protezione di Eni; Enrico Cerbino, responsabile del progetto esterno per le Manutenzioni e investimenti depositi; Francesco Cirone, datore di lavoro e responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell'impresa esecutrice Sergen; Luigi Murno, preposto della Sergen.
La posizione della Procura
"Per interesse e vantaggio economico è stata permessa la contemporaneità dell'attività lavorativa di manutenzione e di carico di autobotti nella stessa area, senza interrompere i carichi delle autobotti - ha affermato il procuratore Tescaroli - se le pompe di carico fossero rimaste chiuse come dovevano dalle 9 alle 15, sarebbero andati persi circa 255mila euro".
Inoltre, sempre secondo la Procura, uno dei 9 indagati avrebbe anche cercato di ostacolare le indagini. Nel fatto specifico, come riportato da Tescaroli, sarebbe stata creata una cartella documentale emersa più di un mese dopo l'esplosione. "Tale documentazione - ha spiegato il procuratore - non avrebbe dovuto esserci a valle".
La posizione di Eni
Da parte sua, Eni, una volta appreso quanto comunicato dalla Procura della Repubblica, ha confermato la sua "piena e totale collaborazione" con le autorità giudiziaria. "Con la volontà prioritaria di contribuire a individuare le cause e le dinamiche ad esse associate all'origine dell'incidente - si legge nella nota diramata dall'azienda petrolifera - Eni conferma altresì il proprio impegno al risarcimento dei parenti dalle vittime dell'incidente e, con la maggiore tempestività possibile consentita dai tempi dalle attivit di perizia, dei danni civili sul territorio, in avanzato stato di definizione complessivo".
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI