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Cronaca venerdì 15 febbraio 2019 ore 07:31

Uccisero le mogli malate, concessa la grazia

Due storie analoghe finiscono con la grazia concessa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quelle di Giancarlo Vergelli e Vitangelo Bini



FIRENZE — l Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato, i Decreti di concessione della grazia in favore, rispettivamente, di Giancarlo Vergelli, nato nel 1931, e di Vitangelo Bini, nato nel 1930.

Uccisero le mogli malate, unite dalla stessa malattia, l'Alzheimer, a tutti e due è stata concessa la grazia dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si conclude così la vicenda giudiziaria di Giancarlo Vergelli, di 88 anni, che era stato condannato in 22 febbraio 2016 dalla corte d'appello di Firenze a 7 anni e 8 mesi per aver ucciso la moglie di 88 anni malata di Alzheimer. L'omicidio avvenne a Firenze, nella casa di borgo Pinti, il 22 marzo 2014. Vergelli strangolò la moglie con una sciarpa e rimase accanto al cadavere circa un'ora, poi andò a costituirsi dalla polizia dicendo agli agenti "Non ce la faccio più" e spiegando di non reggere a un repentino aggravamento della malattia della moglie. 

Storia analoga quella di Vitangelo Bini, 89 anni, che doveva scontare una condanna, confermata in Cassazione, a 6 anni e 6 mesi per l'omicidio della moglie, che era malata di Alzheimer: l'uomo uccise la moglie per non vederla più soffrire. L'omicidio risale all'1 dicembre 2007. Bini, per 35 anni vigile urbano a Firenze, fino a quel tempo aveva assistito in casa la moglie Mara Tani malata da 12 anni di Alzheimer. Ma poi diventò necessario ricoverarla in una struttura sanitaria, a Prato. L'uomo, quando apprese del peggioramento delle condizioni della moglie e della sua ulteriore sofferenza nell'ospedale, prese una pistola dalla sua collezione di armi e la raggiunse nel reparto di degenza uccidendola con tre colpi.

Gli atti di clemenza individuale hanno riguardato il residuo della pena della reclusione ancorada espiare. Nel valutare le domande di grazia, in ordine alle quali il Ministro della Giustizia a conclusione della prevista istruttoria h aformulato avviso non ostativo, il Presidente della Repubblica ha tenuto conto dell'età avanzata dei condannati e delle precarie condizioni di salute dei medesimi, dei pareri favorevoli espressi dalle autorità giudiziarie nonché delle eccezionali circostanze in cui sono maturati i delitti, evidenziate nelle sentenze di condanna.


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