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Attualità venerdì 27 settembre 2024 ore 10:00

Servizio idrico, sfida toscana tra storia e futuro

Servizio - 25 anni di servizio idrico in Toscana e le sfide per il futuro

La scadenza delle concessioni dopo 25 anni e l'apertura di una fase delicata per i prossimi 20 anni di gestione: tutto al Festival dell'Acqua



FIRENZE — E' una sfida sul crinale di storia e futuro quella che in Toscana si apre per il servizio idrico integrato. Con la scadenza delle concessioni dopo 25 anni, si apre infatti la delicata fase di programmazione per la gestione del prossimo ciclo ventennale. Come? Sulla base di quale visione? Il punto è stato fatto ieri alla Fortezza da Basso di Firenze nell'ambito del Festival dell'Acqua, in un convegno a cui ha preso parte Nicola Perini, presidente di Confservizi Cispel Toscana.

“Il settore del servizio idrico integrato sta vivendo una fase delicata", ha sottolineato Perini. "Siamo alla scadenza delle concessioni dopo 25 anni. Una storia lunga e significativa, alla quale seguirà una nuova fase per la gestione dell’acqua. Oggi è stata un’occasione importante per riflettere su come strutturare i prossimi 20 anni, che dovranno essere caratterizzati da una forte capacità di visione da parte di tutti gli attori di questo settore”, sono state le sue parole. 

Il convegno “Il servizio idrico in Toscana: un bilancio dei primi 25 anni, le sfide del futuro, i progetti di innovazione e sostenibilità dei gestori” è stato organizzato dall’Associazione con il contributo delle aziende associate del settore acqua (Acque, Acquedotto del Fiora, Asa, Gaia, Gida, Nuove Acque, Publiacqua) e si è svolto nell’ambito del Festival dell’Acqua tutto dedicato alla risorsa idrica, ideato e promosso da Utilitalia e giunto all’ottava edizione.

“Quella dell’acqua in Toscana è oggi un’industria solida – ha proseguito Perini –. Le aziende hanno saputo fare gli investimenti utili per soddisfare le esigenze dei cittadini, ma hanno davanti ancora tante sfide da cogliere: dai processi di adattamento ai cambiamenti climatici alla modernizzazione delle reti, dal miglioramento ed ampliamento dei processi di depurazione passando per la valorizzazione del riuso dell’acqua e la digitalizzazione dei processi". 

"Tutto nell’ottica di offrire un servizio sempre più performante alla collettività toscana, l’obiettivo primario del nostro lavoro”, ha concluso il presidente di Confservizi Cispel Toscana.

La seconda vita dell'acqua

“Oggi inizia la seconda vita dell’acqua in Toscana – ha spiegato Roberto Renai, Coordinatore Acqua di Confservizi Cispel Toscana – forti dei risultati conseguiti in questi 25 anni ma con lo sguardo rivolto al futuro. In un mondo in profonda trasformazione, segnato dai cambiamenti climatici, solo insieme possiamo vincere le sfide della sostenibilità, dell’innovazione, delle nuove infrastrutture e della transizione idrica". 

Parola d'ordine: procedere insieme. "Oggi diamo vita ad un forte coordinamento tra noi, anche per portare tutti i territori allo stesso livello industriale e ottenere maggiore equità tariffaria, contando sul fondamentale ruolo delle istituzioni e con il pieno coinvolgimento della cittadinanza. Un impegno che unisce tutte le aziende toscane con al centro i bisogni della popolazione, la tutela della risorsa e la qualità del servizio”, ha aggiunto Renai.

Tutti i numeri dell'acqua

Si fa presto a dire acqua: il servizio idrico integrato è un sistema complesso che attualmente solo per gli acquedotti serve 3 milioni e 450mila cittadini toscani, con percentuale di utenti serviti passata dall'87% del 1999 al 94% del 2023.

Nel 1999 la rete acquedottistica toscana era pari a 29.375 chilometri, arrivati a circa 34.825 nel 2023.

Nello stesso periodo è cresciuta anche la rete fognaria toscana, che senza considerare gli allacci nel 1999 era pari a 11.415 chilometri, passati nel 2023 a 14.004. La percentuale di utenti serviti dalla fognatura è passata dal 79% al 90%. La popolazione non servita dispone di trattamenti locali appropriati.

Il numero degli impianti di depurazione attivi è passato da 694 nel 1999 a 1.214 nel 2023. La popolazione servita da depurazione è passata dal 30,8% del 1999 ad oltre l’82% nel 2022.

Alla fine degli anni ‘90 i gestori del servizio idrico erano oltre 200. Gli addetti nel 2011 erano 2.538. Gli addetti complessivi delle aziende idriche, comprese le partecipate e società di scopo, sono oggi 3.050.

Nel 1995 (dato Arpat) gli investimenti realizzati in campo idrico da aziende e comuni erano pari a 128 milioni di euro. Nel 1999, all’inizio delle concessioni erano pari a 137 milioni di euro. Nel 2022 siamo a 327 milioni, nel 2023 la stima è di oltre 350 milioni.

In totale dall’inizio delle concessioni ad oggi, in Toscana si sono investiti nel servizio idrico 4 miliardi di euro.

Obiettivo sostenibilità

I consumi energetici dei gestori idrici si sono ridotti di oltre il 5%, passando da 423 milioni di kilowatt/ora a 400 dal 2018 al 2023 a scala toscana.

Le emissioni di CO2 si sono ridotte del 5%, passando da 152.000 tonnellate a 145.000 tonnellate dal 2018 al 2023, a scala toscana.

Progetti e futuro

I gestori idrici toscani sono stati destinatari di risorse europee del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per 300 milioni di euro, per investimenti da completare entro il 2026.

Recentemente poi sono stati approvati i primi stanziamenti del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pniissi), la Toscana beneficerà di 100 milioni di euro.

I numeri economici

Nel 1997 il sistema dei gestori del servizio idrico aveva una dimensione economica di 168.368.709 di euro, con un patrimonio netto di circa 100 milioni di euro.

Le 7 aziende del servizio idrico integrato fatturano oggi 885.949.467 milioni di euro, il patrimonio netto aggregato è di 950.564.609 euro, gli investimenti annui lordi pari a 327.195.581.


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