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Attualità giovedì 01 dicembre 2022 ore 11:48

Sanità privata, budget Toscana su riduzione attese

Alle Asl l'ordine di dare priorità ai bisogni della popolazione residente con lunghi tempi di attesa, ai pazienti extra-regionali solo alta specialità



FIRENZE — La Toscana ha rideterminato i tetti massimi per l’attività delle strutture sanitarie private accreditate e convenzionate, a modifica ed integrazione della delibera del 2018. Il budget annuale rimane quello definito nel 2020, pari a 274 milioni e 590.787 euro, con possibilità di una quota di aumento del 5% nel 2023 e nel 2024 e del 4,5% per il 2025 esclusivamente dedicato all’alta specialità per pazienti extra-regionali.

La Regione Toscana ha ordinato alle Asl di dare priorità nelle convenzioni che stipulerà con il privato al soddisfacimento dei bisogni della popolazione residente, con particolare riferimento agli ambiti caratterizzati da lunghi tempi di attesa, ad integrazione e rafforzamento del sistema pubblico.

L’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini ha spiegato “L’attività del privato accreditato e convenzionato  si inserisce in un percorso di integrazione e sinergia con il pubblico, come auspicato anche dal Consiglio regionale in una recente risoluzione. L’obiettivo è quello di perseguire equità e continuità nell’assistenza per tutti i cittadini, con un contributo all’abbattimento delle liste di attesa dove i tempi sono più lunghi”.

Viene previsto che almeno il 90 per cento del tetto economico destinato all’attività erogata a favore dei pazienti residenti in altre regioni venga utilizzato per prestazioni di alta specialità, escluse quelle di psichiatria. Sono in corso incontri per definire accordi di mobilità condivisi.

L’obiettivo è concentrare l’attrattività dall’esterno sull’alta specialità, lasciando tutto il resto dell’attività sul recupero delle liste d’attesa in Toscana, in base alla programmazione di area vasta.

Recependo le indicazioni del Ddl Concorrenza, la Regione Toscana coordinerà i lavori per stilare le linee di indirizzo affinché le Asl emanino i bandi su cui assegnare le quote di attività alle strutture del privato accreditato e convenzionato superando, in coerenza con la nuova normativa, i meccanismi dei tetti storici.


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