Attualità lunedì 05 febbraio 2024 ore 18:30
Al Meyer altri quattro bambini palestinesi

Un gruppo di minori bisognosi di cure era sbarcato al porto di La Spezia per raggiungere vari ospedali italiani, fra cui il pediatrico toscano
FIRENZE — Salgono a 7 i bambini palestinesi della Striscia di Gaza accolti al Meyer di Firenze: dopo i primi tre arrivati la scorsa settimana, nel primo pomeriggio di oggi altri 4 piccoli pazienti hanno raggiunto l'ospedale pediatrico toscano dopo lo sbarco all'alba al porto di La Spezia, accolti oltre che dal personale sanitario anche dall'assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli.
I piccoli pazienti sono un bambino di due anni e mezzo, uno di tre e mezzo, una bambina di 8 e un piccolo di 10. Da una prima valutazione, effettuata nel loro paese di provenienza, due di loro presentano patologie di tipo traumatico.
Dei bambini arrivati oggi, quello di due anni e mezzo presenta una lesione al midollo riportata dopo il crollo dell’abitazione e verrà ricoverato in neurochirurgia insieme a mamma e alla sorellina di 10 mesi, che sta bene. Il piccolo di tre anni e mezzo sarà trasferito in neurologia insieme alla mamma, mentre il babbo e i fratelli saranno ospitati in una struttura nei pressi dell’ospedale.
La bambina di otto anni, che ha un problema epatico, sarà curata in pediatria. Il bambino di dieci anni, infine, che è arrivato accompagnato dalla mamma, sarà affidato alla neurochirurgia per un trauma cranico.
"La Toscana allarga le braccia e apre il cuore"
“La nostra regione – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani – allarga le proprie braccia ed apre di nuovo il proprio cuore per accogliere e rendere ancora una volta effettivo il diritto alla salute di chi, nel proprio paese, non può vederlo soddisfatto".
Ancora una volta, medici e infermieri del pediatrico fiorentino mettono a disposizione la loro professionalità per dare una risposta a tutti i problemi di salute dei bambini. Mobilitati, come sempre in questi casi, anche i servizi degli assistenti sociali.
Spinelli sottolinea la professionalità e l’umanità di chi lavora all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze: “Caratteristiche e doti essenziali per rapportarsi con persone che arrivano da zone in conflitto, che soffrono traumi non solo fisici ma anche psicologici ed umani”, dice. “Altrettanto importante – aggiunge – è che questa accoglienza venga fatta in una struttura pubblica, capace di garantire cure complessive”.
“Il lavoro che ci attenderà dopo l’assistenza sanitaria – conclude – è adesso l’attivazione sul territorio di un percorso di inclusione capace di far sentire queste persone a casa nonostante che siano da casa molto lontane. Per questo sarà necessario collaborare con i Ministeri che hanno organizzato gli arrivi”.
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