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Attualità mercoledì 15 gennaio 2025 ore 19:10

Bimba rischia la vita per avere ingerito una pila

Il pronto soccorso del Meyer dove è stata portata la bambina
Il pronto soccorso del Meyer dove la bambina è stata portata dai genitori

Staffetta fra il Meyer di Firenze e l'Ospedale del Cuore di Massa per salvare la piccola. A Novembre 2024 una bambina era morta per lo stesso motivo



FIRENZE-MASSA — Ha ingerito una pila a bottone rischiando la vita, salvata con un intervento chirurgico d'urgenza in una corsa contro il tempo che ha visto operare in sinergia i medici dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze e dell'Ospedale del Cuore di Massa: protagonista una bambina di un anno che da pochi giorni ha lasciato la rianimazione del presidio apuano dove era ricoverata in terapia intensiva.

Si tratta del terzo caso del genere che si verifica in Toscana nell'arco di due mesi: a Novembre 2024 una bambina di un anno e mezzo è morta dopo avere ingerito una pila, e a distanza da pochi giorni da quella tragedia un bambino di 7 anni era stato salvato in extremis, anche in quel caso in una staffetta d'emergenza fra Meyer e Ospedale del Cuore della fondazione Monasterio a Massa.

Nell'ultimo caso, la piccola è arrivata al pronto soccorso dell’Aou Meyer Irccs nel tardo pomeriggio di giovedì scorso: i genitori si erano accorti che aveva problemi nella deglutizione e ai medici hanno segnalato che la figlia, prima di addormentarsi, aveva giocato con una pila.

La corsa contro il tempo

Consapevoli del pericolo, i medici del Meyer hanno immediatamente effettuato una radiografia che ha evidenziato la presenza del corpo estraneo – di due centimetri di diametro - nello sfintere esofageo superiore. Anche se nella letteratura scientifica il punto più pericoloso è considerato quello della parte mediana dell’esofago (per la vicinanza con l’arco aortico che può essere lesionato), gli operatori del pediatrico fiorentino hanno deciso di procedere con la massima urgenza.

“La presenza di una pila nella cavità dell’esofago – spiega Roberto Lo Piccolo, il chirurgo del Meyer che ha eseguito l’intervento salvavita - provoca tre tipologie di danni: elettrico, meccanico e chimico. In primo luogo, in una cavità così ristretta quale è quella dell’esofago, l’anodo e il catodo presenti nella pila si attivano e in tempi rapidissimi sono capaci di lesionare gravemente le mucose delle pareti, provocando ulcerazioni anche molto estese. A questo si aggiunge la possibile perdita di acido con conseguenze ancora più gravi”.

I dottori Lo Piccolo e Lenares

I dottori Lo Piccolo e Lenares

Dato che la lesione può raggiungere e danneggiare in tempi molto brevi i vasi aortici, mettendo in pericolo la vita dei pazienti, è necessaria la presenza di cardiochirurghi pronti a intervenire. Di qui la decisione di trasportare la piccola all’Ospedale del cuore di Massa. 

A partire dal Meyer è stata un’équipe formata dal chirurgo-endoscopista Roberto Lo Piccolo, l’anestesista Elena Lenares e una strumentista di sala, Bernadetta De Rosa. In Monasterio la piccola è stata accolta in Sala ibrida da uno staff multidisciplinare composto da anestesisti e intensivisti pediatrici (dottoressa Elisa Barberi, dottor Pierantonio Furfori, dottor Michele Collareta e dottor Paolo Del Sarto) da cardiochirurghi (dottor Leonardo Torracchi, dottoressa Vera Cetera), dal cardiologo (dottor Massimiliano Cantinotti) oltre a infermieri di sala, di anestesia e tecnici di circolazione extracorporea e di radiologia. Dopo l’ecocardiografia che ha escluso danni vascolari e cardiaci, lo staff di Monasterio ha eseguito la preparazione per l’anestesia generale e il monitoraggio della piccola.

“Abbiamo scelto di accogliere la piccola paziente in Sala ibrida perché - spiega il dottor Paolo Del Sarto, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione di Monasterio - quella sala consente di eseguire, in caso di bisogno, non solo un intervento cardiochirurgico salvavita, ma anche eventuali indagini radiologiche e angiografiche per documentare eventuali lesioni vascolari”.

Il dottor Del Sarto

Il dottor Del Sarto

L'intervento chirurgico

L’intervento, eseguito in endoscopia dal dottor Lo Piccolo, non è stato facile: la pila si era già incuneata nei tessuti dell’esofago e aveva creato una lesione. È stato quindi necessario inserire degli strumenti di 5 millimetri di diametro nella cavità orale della paziente e utilizzare delle pinze minuscole per rimuovere il corpo estraneo. 

Per fortuna il danno aortico non c’è stato, ma la bambina è stata comunque trasferita per alcuni giorni in terapia intensiva. Le sue condizioni sono progressivamente migliorate e ha potuto essere trasferita nel reparto di degenza pediatrica dell’Ospedale del Cuore.

Il dottor Lo Piccolo lancia un appello ai genitori: “State attenti alle pile. Sono oggetti pericolosissimi”.


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