Attualità venerdì 09 gennaio 2015 ore 11:00
"C'è un patto fra la Francia e il mondo"
Il governatore Rossi e il sindaco Nardella hanno incontrato la console Isabelle Mellez per esprimerle vicinanza e solidarietà dopo la strage parigina
FIRENZE — I rappresentanti delle due istituzioni toscane hanno salutato la console nella sede dell'Istituto francese, in piazza Ognissanti, dove ieri sera si è svolta la fiaccolata in memoria delle vittime dell'attentato al giornale satirico Charlie Hebdo organizzata dalle organizzazioni sindacali e dall'Associazione stampa toscana. Un'altra fiaccolata è in programma per questa sera con la partecipazione dell'ambasciatrice francese in Italia Catherine Colonna e del primo cittadino di Firenze.
Sia Rossi che Nardella, commentando la tragedia francese, hanno chiesto provvedimenti concreti ai rappresentanti del mondo islamico.
"Non bastano solo le parole di condanna - ha dichiarato il sindaco - Ci vogliono azioni concrete per rispondere alla barbarie".
"E' necessario intervenire anche attraverso la polizia internazionale dove ci sono le centrali del terrorismo - ha detto il governatore - Ci dobbiamo difendere e colpire perchè sono in gioco le grandi libertà di stampa, di opinione e di espressione". "Chi ha detto che i vignettisti di Charlie Hebdo hanno esagerato sbaglia - ha aggiunto Rossi - Le discussioni relative al rispetto e alle culture che devono confrontarsi sono giuste ma queste non possono passare dal confronto dialettico a quello con le punte delle armi. Noi siamo tutti per la libertà e siamo tutti con i vignettisti, con il giornale satirico 'Charlie Hebdo'. Loro non hanno commesso nessun errore, hanno fatto solo il loro mestiere".
Ai cronisti che gli chiedevano se l'attentato di Parigi potrebbe compromettere il progetto della moschea a Firenze, il sindaco Nardella ha risposto che il confronto va avanti.
"Noi abbiamo un interlocutore come l'imam Izzedine Elzir - ha spiegato - che è anche un interlocutore europeo dei movimenti mussulmani moderati e una persona responsabile e costruttiva. Quindi quindi non ho ragione di ritenere che dobbiamo bloccare progetti comuni e di dialogo. Alle condanne verbali però devono seguire comportamenti nei fatti coerenti, altrimenti è difficile davvero uscire da questa situazione".
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