Lavoro sabato 23 luglio 2016 ore 12:40
Pulzeta, i senegalesi licenziati tutti reintegrati

L’accordo, che detta i primi rientri già da lunedì, garantisce ai lavoratori il riconoscimento dell’anzianità. I tredici operai erano stati licenziati
FIRENZE — E’ stata siglata nei giorni scorsi l’ipotesi di accordo per il rientro in azienda dei 13 lavoratori senegalesi di Pulzeta che avevano perso il posto di lavoro per aver reclamato i loro diritti con l'imprenditore cinese. L'intesa è stata immediatamente validata dal voto in assemblea dei lavoratori interessati all’intesa.
L’accordo, che detta i primi rientri già da lunedì prossimo, garantisce ai lavoratori il riconoscimento dell’anzianità a far data dal loro primo contratto in Pulzeta. All’incontro era presente anche Diye Ndiaye, Presidente dell’Associazione Senegalesi di Firenze e Circondario, che ha espresso soddisfazione per la buona riuscita dell’intesa.
La Segretaria Generale della Camera del Lavoro di Firenze, Paola Galgani: "L'accordo siglato è importante non solo per i lavoratori coinvolti ma per tutti: legalità e diritti dei lavoratori sono le condizioni per lo sviluppo economico e sociale delle nostre comunità. La Cgil fonda la propria azione su questo e su questo continueremo a impegnarci".
Daniele Calosi, Segretario Generale Fiom Firenze, ha aggiunto: “Se si opera nella legalità non si ha paura a fare accordi col sindacato. Voglio ringraziare la Regione Toscana, il Comune di Calenzano, l’Associazione dei Senegalesi di Firenze e circondario ed il Console onorario del Senegal, l'Avvocato Stefani, per la vicinanza che hanno mostrato ai lavoratori in questa difficile vertenza”.
Ha commentato Andrea Vignozzi della Fiom Cgil di Firenze: “Siamo estremamente soddisfatti per la buona riuscita di una vertenza che si trascinava da oltre due mesi. Riteniamo di aver portato a casa un accordo che garantisce la condizione e la dignità dei lavoratori. Verificheremo passo passo l’attuazione dell’intesa. Abbiamo preso atto assieme al Presidente della Comunità senegalese che alla base del mancato rinnovo dei contratti a termine non vi erano motivazioni razziali. Riteniamo che, con la firma di questa intesa, nell’interesse dei lavoratori e dell’impresa, esistano le condizioni per permettere, assieme e nel rispetto dei propri ruoli, la normale attività produttiva dell’azienda stessa”.
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