Spettacoli sabato 04 gennaio 2025 ore 15:00
La Strana Coppia conquista il pubblico
Sold out al Teatro Verdi per un classico della commedia americana. Nostra intervista al regista ed attore in scena al fianco di Giampiero Ingrassia
FIRENZE — Gianluca Guidi porta in scena con la sua regia La Strana Coppia di Neil Simon. Un amore per Neil Simon del quale aveva già interpretato “Stanno suonando la nostra canzone” con la regia di Gigi Proietti e diretto successivamente per Giampiero Ingrassia e Simona Samarelli, interpretato e diretto “A Piedi nudi nel Parco” e regista e interprete in “Promesse promesse” dal quale nasce la famosa canzone di Burt Bacharach “What do you get when you fall in love”.
Un grandissimo successo per l’artista figlio d’arte, il padre Johnny Dorelli e la madre Lauretta Masiero, oltre 4500 spettatori in 3 giorni.
Sul palco nei panni dello scapolo Oscar insieme all'amico storico Giampiero Ingrassia che interpreta Felix da poco buttato fuori di casa dalla moglie, maniaco della pulizia e ipocondriaco.
Gianluca, in alcune scene non hai trattenuto le risate durante la recitazione di Giampiero. È chiaro che insieme vi divertite. Raccontaci un po’ di voi.
“Sì, ci divertiamo molto e Giampiero è un essere molto pigro e con me si sente al sicuro e fa quello che vuole, riesce a farmi ridere. Sempre inerente alla commedia e con grande professionalità ogni tanto si inventa cose ed io non riesco a trattenermi”.
Un esempio in particolare?
“Tanti i momenti di improvvisazioni ogni sera. Per esempio quando scappa che io lo inseguo con la mazza da baseball o quando si tappa il naso. Una serie di situazioni che talvolta trovano la stessa collocazione, altre volte diventano motivo di fare sketch improvvisati al di fuori del testo”.
Tu reciti nei panni di Oscar, finto scapolo incallito, un po' sbruffone che vive per il giovedì del poker nel completo disordine della casa e della sua vita ma che alla fine rivela essere bisognoso di ordine e stabilità. Simpatico, burlone e sincero nell'amicizia. C'e qualcosa di te in questo personaggio?
“Diciamo che ho messo io qualcosa di me, delle cose mie nel personaggio. Per esempio il modo fatalista di affrontare la vita trovando sempre il modo di affrontare tutto sorridendo, è una cosa che mi appartiene. Momenti belli e momenti brutti, il che non significa non fare le cose in maniera seria ma bensì avere una sorta di approccio alla vita che ti consenta di sopravvivere che è già molto importante ai tempi di oggi, una resilienza ironica”.
Nella versione originale le sorelle Cecily e Gwendolyn sono due vicine di origine britannica. Tu hai scelto di farle apparire due sorelle asiatiche. Ci riveli il perché di questa scelta?
“Intanto va detta una cosa, quando Simon scrive la commedia le due sorelle non erano presenti. Lui va a Boston a debuttare nel 1962 e il suo amico critico del Boston Globe, Elliot Norton, gli dice che in questa commedia secondo lui mancano le sorelle Pidgeon. Simon scrive i due personaggi e le inserisce subito, dal giorno dopo e la commedia ha una svolta epocale con un esito eccezionale. Le chiama Cecily e Gwendolyn e le fa diventare britanniche esattamente come le due di Oscar Wilde ne L’importanza di chiamarsi Ernesto. Oltre alla situazione, la comicità scaturiva anche dalla differenza linguistica perché l’accento britannico e molto diverso da quello americano, e il punto era questo. Nella versione originale del film che ho rivisto ho notato la differenze di accenti ed era questa la cosa buffa. Forse io avrei dovuto farle entrare facendole parlare in pugliese per esempio. Ma non puoi ambientare la commedia con uno sfondo a New York e fare entrare due che parlano pugliese, non ci stava granchè e dunque ho scelto che fossero asiatiche. Questa è la motivazione”.
Da sempre il pubblico fiorentino è ritenuto piuttosto rigido e difficile. Tu che riscontro hai avuto a Firenze?
“Da noi non si è vista questa rigidità. Eccellente e meraviglioso. Dal primo minuto del primo spettacolo che abbiamo fatto al Verdi hanno cominciato a ridere in maniera intelligente per tutto quello che accadeva ed è stata per noi una grandissima soddisfazione”.
Allora Possiamo sfatare questa leggenda metropolitana?
“A noi sono sembrati molto più disponibili di altri pubblici che esistono in Italia, dunque sì”.
I ragazzi della GenZ non vanno a teatro, almeno così si dice. I giovani sono poco conoscitori e frequentatori di teatro. Forse vi è il bisogno di più rappresentazioni comiche come la tua Strana Coppia. Cosa ne pensi? Il tuo è anche un pubblico giovane?
“Diciamo che al nostro spettacolo sì, i giovani sono venuti”
“Però loro non hanno colpe, semmai è colpa dello Stato, dell’istruzione del fatto che a scuola non lo insegnano. Colpa anche di chi li fa crescere in modo avulso. Purtroppo vi è una disparità sociale assolutamente vistosa e nessuno fa niente per cercare di insegnare.
Da parte dei teatranti stessi non c’è attenzione. Questo è un paese che ha sempre inseguito il pubblico e non lo ha mai informato o creato momenti in cui da un palcoscenico potesse arrivare una corrente intellettuale in grado di far apprezzare altro.
Il problema va preso su diversi fronti. La politica oggi qualsiasi essa sia a trecentosessanta gradi ha fagocitato e messo le mani ovunque. Spesso e volentieri chi si occupa del mestiere che faccio io non sa nulla e di teatro non parlano. Non c’è un sistema innovativo. I teatri nazionali di oggi non accettano commedie e compagnie private nei loro cartelloni perchè devono scambiare gli spettacoli propri con i teatri stabili di altre città. E questo è la fine di tutto dopodiché si vedrà soltanto il Faust di Marlowe. Facendo così non si aiuta certamente il Teatro ad avere un upgrade di pubblico”.
Quale aspetto ti unisce di più a tuo padre Johnny Dorelli. Il cantante, l'attore, lo showman, il comico?
“Un po’ tutto , quando si ha una persona del genere in famiglia si tende involontariamente a rubare qualsiasi cosa ti piaccia, quello che dovrebbero fare tutti in realtà. Poi non tutti nascono in una famiglia come la mia. Però io non ho qualcosa in particolare a cui mi sento più legato”.
Un Gianluca Guidi che riemerge con questa bellissima tournée dopo anni di attesa a causa del Covid che lo ha fermato per quasi quattro anni.
La Strana Coppia in scena già dal 2023 lo sarà fino al gennaio 2026.
Proseguirà anche con il tributo “Sinatra - The man and his music” e con nuovi progetti in mente per il futuro.
Chiara Lam Nang
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