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Attualità martedì 29 novembre 2016 ore 13:35

Cantiere Foster, rischio cedimento se chiude

Recce e Boni (Fit-Cisl): "Bisogna scavare anche il piano fino a meno 20 metri, altrimenti la struttura potrebbe cedere. La stazione Av va terminata"



FIRENZE — "Bloccando ora i cantieri per la nuova stazione dell’alta velocità di Firenze si corre il rischio di un cedimento di tutta la struttura. I lavori vanno portati avanti e conclusi, che si scelga di realizzare il progetto originario o una versione più ‘leggera’ della Foster." A dirlo sono il segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce, e il segretario regionale Fit-Cisl, Stefano Boni

“In base al progetto in corso di attuaziones, se ci si fermasse oggi, il primo piano a 10 metri di profondità che è stato già realizzato al grezzo, non potrebbe essere appesantito molto con altre costruzioni perché si correrebbe il rischio di cedimento - spiegano Recce e Boni - Per la stabilità del progetto è necessario terminare l'opera, costruendo anche un secondo solaio sotto i 10 metri attuali e arrivare fino alla profondità prevista di circa 20 metri, profondità dove dovrebbe sbucare il tunnel sotterrano che arriva da Campo Marte.” 

“E' essenziale fare tutte le strutture necessarie perché tutta la costruzione regga e sia in sicurezza - aggiungono i due sindacalisti -  Insomma le Ferrovie, se pensano di fare qualcosa in questo "buco" da 400x60 metri, dovranno scavare fino ad oltre 20 metri. Profondità che sembra necessaria anche per l’impianto, fatto di grandi condutture e pompe, che dovrà far convivere la struttura sotterranea con la falda acquifera”. 

"E' indispensabile che i lavori continuino fino al termine del progetto (contemplando eventualmente anche una copertura diversa) - concludono Recce e Boni - altrimenti veramente non si saprebbe come impiegare tale struttura che risulterebbe fortemente compromessa. Purtroppo, dopo circa 5 mesi dall’esplosione del ‘caso TAV’, siamo ancora ad approfondire e discutere il progetto di restyling proposto da FS e sostenuto dal Ministero dei Trasporti, che modifica unilateralmente quello firmato a suo tempo da tutti i soggetti istituzionali interessati, con la spada di Damocle delle penali salatissime nel caso salti tutta o una parte del progetto. Siamo preoccupati per la fase di assoluta incertezza in cui ci troviamo".


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