Attualità lunedì 30 dicembre 2019 ore 11:23
Il Chianti scommette sulla Cina
Buona vendemmia e trend positivi chiudono il 2019 con il segno più. Il mercato di riferimento si è confermato quello statunitense
SAN CASCIANO VAL DI PESA — Il bilancio del Consorzio Vino Chianti chiude il 2019 con il segno più.
"A metà dicembre - spiega il Consorzio- le vendite hanno segnato un incremento dello 0,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e le stime del Consorzio indicano che il trend commerciale positivo proseguirà negli ultimi giorni dell'anno – spinto anche dagli acquisti per le festività- permettendo agli operatori di chiudere l'anno in territorio positivo".
“Un segno più che riveste un'importanza particolare in questo momento di mercato complessivamente non felice, soprattutto a livello europeo dove il nostro principale acquirente, la Germania, è di fatto in crisi – dice il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi -. La vendemmia 2019 è andata bene, abbiamo raggiunto l'obiettivo della riduzione del 10 per cento delle quantità che ci eravamo dati per mantenere i magazzini in linea con l'andamento commerciale. Abbiamo magazzini capienti per affrontare il mercato e la qualità 2019 è ottima. Il merito di questo risultati è delle aziende che negli anni scorsi hanno fatto importanti investimenti, come dimostra il fatto che ad oggi il 75 per cento dei vigneti è stato rinnovato”.
"Nel 2019 - osserva il Consorzio- il mercato di riferimento si è confermato quello statunitense, ma segnali molto importanti sono arrivati dalla Cina con volumi in aumento rispetto al 2018. Poche soddisfazioni invece dai tradizionali bacini europei, Germania e Regno Unito. Il segno positivo complessivo, indica comunque che il posizionamento strategico su mercati nuovi riesce a compensare il calo degli importatori storici".
“Le
nostre aspettative per il 2020 partono da questo quadro – prosegue
Busi -. Sicuramente aumenteranno le esportazioni verso la Cina dove
si consolideranno i rapporti con nuovi clienti avviati nel 2019. Il
mercato cinese è profondamente cambiato: siamo passati da grandi
ordinativi spot all'acquisto di quantità più piccole ma con cadenza
costante. Questo significa che il mercato sta maturando e che si sta
entrando in un'ottica di fidelizzazione verso le nostre etichette: è
un buon segnale. L'altra partita alla quale guardiamo con grande
attenzione è quella per l'accordo Mercosur: attualmente paghiamo
dazi altissimi per vendere i nostri prodotti nei paesi dell'America
Latina e il raggiungimento di un accordo con l'Europa per la
liberalizzazione dei commerci spalancherebbe per noi degli scenari
incredibili, dai quali trarre enormi vantaggi”.
Resta
sullo sfondo la questione degli Stati Uniti, primo mercato di
riferimento per i vini del Chianti: “Qui bisogna capire se la
minaccia di dazi resterà tale o se c'è davvero una volontà di
applicarli – conclude Busi – Al momento regna l'incertezza e noi
possiamo solo augurarci che le trattative politiche riescano a
scongiurare l'innalzamento di barriere commerciali che fanno soltanto
danni per tutti”.
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