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Il centro è fermo e anche oggi "Si riapre domani"

Non c'è passaggio, le vendite sono scarse e gli affitti sono diventati insostenibili, la paura di riaprire tiene sotto scacco l'economia locale

Nel centro storico di Firenze alcuni cartelli affissi sui negozi indicano una riapertura che continua a slittare mentre il nastro adesivo ha formato uno strato di fogli che si sono accavallati nel corso dei mesi e delle settimane. Gennaio 1 è diventato Febbraio 2 e poi Marzo 3. Una attesa snervante.

Qualcuno ha riaperto l'attività riuscendo ad intercettare le uscite del fine settimana ma "dal lunedì al venerdì il passaggio è assente" come continuano a segnalare artigiani e commercianti che faticano a mettere insieme i ricavi per pagare le spese vive.

Era il 10 Marzo del 2020 quando in tutta Italia rimbalzavano le immagini delle botteghe chiuse sul Ponte Vecchio, l’Associazione Ponte Vecchio annunciava "Ci adeguiamo con senso di responsabilità e dovere civico alle indicazioni fornite". A Maggio poi "Riaprire sarebbe inutile senza il passaggio dei turisti" era stato l'amaro verdetto degli orafi davanti alla seconda fase dell'emergenza. La riapertura il 3 di Giugno in vista dell'estate.

Nel 2021 dopo un anno di sacrifici oltre alle utenze a fare paura sono i canoni di affitto diventati gravosi soprattutto per i giovani che avevano investito in attività artigianali o nella piccola ristorazione e nei servizi rivolti al turismo. Una intera generazione di imprenditori senza paracadute che aveva scommesso sulla carta vincente dell'economia locale.

In tanti restano in attesa di capire cosa succederà con la paura di riaprire perché "ogni giorno di apertura equivale ad una spesa" come hanno sottolineato esercenti e commercianti che hanno riaperto le porte ed hanno formato una catena umana per far sentire il disagio dell'intera categoria.