Lavoro

Gkn, i giorni cruciali

Mercoledì è convocato il tavolo di crisi in prefettura, i lavoratori proseguono il presidio e chiedono un di più di attenzione dalle istituzioni

Lavoratori Gkn in assemblea

Sono giornate cruciali quelle a cui si affaccia la vertenza Gkn, con i 422 lavoratori fatti oggetto di procedura di licenziamento collettivo comunicata loro tre settimane fa tramite email dalla multinazionale inglese che intende chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio.

Per mercoledì prossimo, dopodomani 4 Agosto, la viceministra allo sviluppo economico Alessandra Todde ha convocato in prefettura a Firenze il tavolo di crisi. Vi sono convocate le parti - datoriale e organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori -, le istituzioni, Confindustria Firenze. L'azienda si presenterà? 

Venerdì sera, a poche ore dalla convocazione del vertice in prefettura da parte del ministero, Gkn - azienda di automotive di proprietà del fondo americano Melrose - ha fatto sapere di ritenere non accoglibile la precondizione negoziale di ritiro dei licenziamenti, stante la decisione di chiudere lo stabilimento. Il timore è che diserti l'appuntamento di mercoledì alle 15 a Palazzo Medici Riccardi a Firenze, inficiando di fatto ogni possibilità di trattativa. Lo si vedrà.

Intanto i lavoratori proseguono il loro presidio permanente allo stabilimento. L'azienda ha chiesto loro, sempre tramite email, di sgomberare il sito. Loro però sono lì, via via raggiunti da quanti gli si stringono attorno. Tra questi, la scorsa settimana si sono recati sul posto Piero Pelù, Stefano Massini e Bobo Rondelli per un evento allestito davanti alla fabbrica. Ha invece preso parte a un'assemlea il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che ha definito la vertenza di rilevanza nazionale.

Dal Collettivo di fabbrica la solidarietà civica è percepita con chiarezza. Chi effettua donazioni, chi porta i pasti, chi come le Misericordie ha indetto borse di studio per i figli di questi lavoratori, chi ha progettato servizi di ascolto e supporto psicologico. Ma: "C’è una solidarietà 'centrale' fatta di risorse che affluiscono al presidio e lo rafforzano. E ce n’è una 'periferica', fatta di realtà politiche, sociali, sindacali che contribuiscono a estendere questa mobilitazione, a 'insorgere'. La solidarietà 'centrale' è ancora fortissima. Quella 'periferica' - è l'appello lanciato dai lavoratori - deve crescere di intensità".