Cronaca

Spento l'incendio ora il rischio sono le diossine

Arpat non ne esclude la formazione a seguito dell'incendio che nella notte ha avvolto un capannone contenente sostanze di natura chimica

L'interno dei locali dopo l'incendio

L'invito del sindaco di Signa Giampiero Fossi alla popolazione è a tenere chiuse le finestre e a non esporsi a fumo nel raggio di 500 metri dall'area industriale in cui la notte scorsa è divampato un incendio che ha divorato un capannone contenente sostanze di natura chimica, etichettate come pericolose e altamente infiammabili.

Via Amendola resta chiusa al traffico, mentre stamani Arpat ha inviato sul posto il personale di controllo del dipartimento di Firenze che non esclude la formazione di diossine mentre ritiene probabile la formazione significativa di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa): "Dall'elenco sommario delle sostanze coinvolte nell'incendio, risulta probabile la formazione significativa di Ipa, più incerta, ma difficile da escludere, quella di diossine", recita il report.

Sotto il profilo della salute delle acque, il torrente lì vicino non risulta al momento impattato dalle acque di spegnimento dell’incendio, quelle stesse acque stanno confluendo tutte nelle fogne per essere indirizzate al depuratore di San Colombano. Qui, fa sapere Arpat, il personale di Publiacqua è già allertato e sta monitorando gli eventi.

Poi c'è la questione delle ricadute delle sostanze derivate dalla combustione in una zona che Arpat valuta ricompresa nel settore a nord ovest, entro un raggio di 300-500 metri: l'Agenzia di protezione ambientale ha contattato la Asl con i suoi settori igiene pubblica e della nutrizione e sicurezza alimentare che, considerato il tipo di territorio presumibilmente interessato da possibile ricaduta, di fatto zona industriale, non ritengono necessario procedere a campionamenti di terreno o altro.