Lavoro

Piano in 6 punti per salvare Giga Cucine

In vista del nuovo incontro in Regione, sindacati e istituzioni hanno formulato una piattaforma per tutelare i 40 lavoratori a rischio licenziamento

C'è un piano in 6 punti per salvare Giga Grandi Cucine e soprattutto i 40 lavoratori che rischiano il posto dopo la volontà manifestata dalla proprietà, la multinazionale americana Middelby Corporation, di procedere a liquidazione dello stabilimento di Scandicci con conseguente licenziamento collettivo dei dipendenti.

Dopo la sospensione dei licenziamenti fino al 21 Gennaio 2022 e in vista del nuovo incontro in Regione fissato per il 23 Novembre, ecco la piattaforma formulata da Fiom Cgil e istituzioni e approvata ieri dall'assemblea dei lavoratori con il 95% dei voti a favore. 

Il piano - che oggi la Regione invierà alla multinazionale - si sviluppa in 6 passaggi chiave, a partire da un'attività di scouting che veda Middleby incaricare a sue spese un advisor che lavori alla reindustrualizzazione di concerto con le istituzioni. Ancora, si chiede una dote economica incentivante da riconoscere per ogni lavoratore che sarà reindustrializzato sul territorio e solo a fronte di investimenti in formazione o sul sito produttivo.

Al terzo punto, ecco la richiesta di utilizzo della cassa integrazione per cessazione di attività (con causale reindustrializzazione), seguita dalla garanzia da parte di Middleby che l'attività lavorativa prosegua continuativamente e con volumi tali da non interrompere la produzione, per garantire l'accompagnamento alla transizione con un nuovo investitore.

In prospettiva, il piano punta a prevedere la possibilità di attivare, nei 12 mesi successivi alla fine della cassa integrazione e solo nel caso che non si riesca a conseguire alcun processo di reindustrilizzazione, un Piano di Continuità Occupazionale che incentivi economicamente la ricollocazione a tempo indeterminato dei lavoratori, infine l'accompagnamento alla pensione per i dipendenti che nei prossimi 36 mesi maturano i requisiti.

“Siamo riusciti – dichiara Iuri Campofiloni della Fiom Cgil Firenze - a presentare un piano condiviso come territorio, una soluzione alternativa alla chiusura e ai licenziamenti che vede perfettamente allineate le istituzioni, i lavoratori e il sindacato. Perché l'obiettivo per tutti non è dare soldi ai lavoratori ma salvaguardare un sito produttivo importante, favorire il passaggio ad un nuovo soggetto per dare continuità industriale ed occupazionale”.