Cultura

L'umanità di Quarto Stato in Palazzo Vecchio

Dinanzi all'opera simbolo delle lotte dei lavoratori, a Firenze in occasione del Primo Maggio, il convegno sul lavoro alla presenza del ministro

Ammirando Quarto Stato, tra gli altri il ministro Orlando e i sindaci Nardella e Sala

La riflessione sul lavoro presente nell'era post Covid che si affaccia a una congiuntura prossima futura che ha per sfondo una guerra nel cuore dell'Europa, al cospetto del Quarto Stato, l'opera simbolo delle lotte dei lavoratori per la prima volta a Firenze nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, in prestito dal Museo del Novecento di Milano: è quanto avvenuto stamani, con un convegno inaugurale della mostra che aprirà domani Primo Maggio, alla presenza tra gli altri del ministro del lavoro Andrea Orlando e del sindaco di Milano Carlo Sala, con il sindaco di Firenze Dario Nardella a fare gli onori di casa.

L'imponente tela di Giuseppe Pellizza da Volpedo era giunta a Firenze l'altra notte. Da domani, Festa Internazionale dei Lavoratori, il pubblico potrà ammirarla nell'allestimento aperto fino al 30 Giugno. La presentazione del dipinto nella sede del governo della città, a cura di Danka Giacon e Sergio Risaliti, costituisce un’occasione unica per ammirare il capolavoro, che irrompe con il suo profondo significato politico e sociale all’ interno dello scenario rinascimentale che adorna il monumentale Salone dei Cinquecento.

Domani, domenica primo Maggio, in occasione della Domenica Metropolitana, per tutti i residenti della Città Metropolitana di Firenze sarà possibile visitare l’opera gratuitamente, con ingressi disponibili fino a esaurimento posti. In Sala d’Arme sarà inoltre realizzato un progetto speciale in collaborazione con la Fondazione Alinari per la fotografia che avrà al centro il mondo del lavoro dall’Ottocento in poi.

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"In uno scenario rinascimentale colmo di guerre, di lotte tra città, di statue plastiche che adornano il monumentale Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, irrompe la forza di un dipinto dal profondo significato sociale", ha sottolineato il sindaco Nardella.

La storia dell'opera

Acquisito dal Comune di Milano nel 1920, grazie a una raccolta fondi promossa dal sindaco socialista Emilio Caldara, il Quarto Stato è stato esposto a Palazzo Marino, alla Galleria di Arte Moderna e dal 2010 è custodito al Museo del Novecento di Milano. Frutto di un processo creativo durato 10 anni, l’opera rappresenta un archetipo figurativo conosciuto universalmente che esprime con potenza realistica ed espressiva il mondo del lavoro, richiamando tematiche legate alle lotte per i diritti e ai principi costituzionali.

Il primo bozzetto dell’opera sul tema dello sciopero (Ambasciatori della fame) risale al 1891 ed era già ambientato nella piazza della natìa Volpedo. In seguito, attraverso numerosi studi e variazioni, l’artista giunse tra il 1895 e il 1896 a una tormentata versione intermedia (Fiumana), oggi alla Pinacoteca di Brera. Pellizza, insoddisfatto di Fiumana e in cerca di una maggiore oggettività pittorica, ripartì, nel 1898, pensando una nuova tela, Il cammino dei lavoratori, che riduceva il numero delle figure sullo sfondo e, aumentando le dimensioni del supporto, avvicinava i personaggi in primo piano allo spettatore rendendoli più monumentali e realistici. 

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Il Quarto Stato venne presentato al pubblico per la prima volta nel 1902 all’Esposizione internazionale di arte decorativa moderna di Torino e rappresenta una risposta ai sanguinosi eventi milanesi del 1898 quando, durante i moti popolari, il generale Bava Beccaris fece sparare sulla folla provocando una strage. 

La folla non è più ritratta in un momento di pacifica protesta ma avanza sicura verso un futuro più sereno. Il “quarto stato” a cui fa riferimento il titolo è la classe lavoratrice che viene rappresentata attraverso lo scenografico realismo.