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Ponte Morandi nel presepe, l'hotel lo rimuove

I familiari delle 43 vittime del crollo del viadotto avevano espresso sdegno per la natività in mostra a Firenze. Così gli organizzatori l'hanno tolta

Il Ponte Morandi crollò il 14 Agosto 2018

C'erano i moncherini della campata sfrangiati, da un lato persino il furgone scampato al crollo, e sotto i soccorritori. Implicite, tra le macerie, le 43 vittime del disastro che il 14 Agosto 2018 colpì Genova col collasso del viadotto del Polcevera, il Ponte Morandi. Tra loro anche il 32enne fiorentino Alberto Fanfani e la sua fidanzata Marta Danisi. 

La scena era ricostruita in uno dei presepi realizzati da Claudio Ladurini in mostra all'hotel Rivoli di Firenze e aveva suscitato lo sdegno dei familiari delle vittime della tragedia. Così, la general manager del Rivoli Boutique Hotel Chiara Caridi annuncia: "Abbiamo deciso di rimuovere il presepe lasciando visibile la scritta iper non dimenticare' con la convinzione che anche i presepi possano essere interpretati come dei memoriali, piccoli contributi di ricordo e di speranza”.

Caridi esprime dispiacere per il disappunto espresso dal Comitato parenti Vittime Ponte Morandi attraverso i suoi canali social, affidato alle parole della presidente Egle Possetti: "Un presepe che vuole essere alternativo, con tutto il rispetto per il lavoro da cui è scaturito, risulta stonato e siamo allibiti che non si potesse immaginare prima".

"Noi possiamo immaginare, anche se con fatica, che le persone che non hanno vissuto la nostra esperienza terribile possano pensare che un presepe con i monconi del defunto Ponte Morandi possa diventare commemorativo. Vi assicuriamo che per le famiglie che portano nel cuore quelle maledette immagini, pensando che laggiù persero la vita i loro affetti, non emerga nulla di commemorativo", aveva affermato Possetti.

"Ogni tanto - conclude - non guasta lasciare in vita qualcosa di tradizionale perché il presepe ha un valore positivo, una nascita, una gioia che non vediamo nel crollo di un ponte per incuria". E infine: "Della nostra tragedia si parla ormai troppo poco, restano i lamenti di chi invoca giustizia e di fronte a noi appaiono i presepi".

Punto che trova d'accordo Caridi: "Concordiamo con chi scrive che della tragedia del Ponte si parla ormai troppo poco e poniamo l’attenzione invece sul fatto che quanto l’artista propone in questa opera è l’importanza che di quanto è successo resti per sempre memoria per non dimenticare”, afferma in una nota.