Cultura

La fotografia che ha fatto la scienza

Dalla camera oscura portatile al teleobiettivo di Roster, in mostra al museo Galileo gli strumenti che hanno contribuito alla ricerca scientifica

Sono tutti oggetti e strumenti che di norma utilizzano gli studiosi e i ricercatori. Da oggi fino al 24 settembre saranno esposti nella mostra 'La fotografia scientifica nelle collezioni del Museo Galileo' per raccontare come dall'Ottocento l'uso del mezzo fotografico ha contribuito alla ricerca e alla pratica scientifica. 

Oltre ai dispositivi fotografici custoditi nei depositi del museo Galileo, è in esposizione anche una selezione accurata di materiali iconografici raccolti nella biblioteca di ricerca. Giusto per anticipare qualcuno degli strumenti esposti, una camera oscura portatile, una macchina dagherrotipica del XIX secolo e il grande “teleobiettivo” di Roster (1885). La mostra comprende anche due laboratori didattici sul funzionamento della camera oscura e sulle antiche tecniche fotografiche. 

Tra i nomi di coloro che nella seconda metà dell’Ottocento contribuirono all'impiego del mezzo fotografico per lo studio dei fenomeni astronomici, quelli di Giovanni Battista Donati (1826-1873) e Angelo Secchi (1818-1878), pionieri della spettroscopia stellare. Il contributo di Firenze fu decisivo grazie a scienziati come Paolo Mantegazza (1831-1910), Odoardo Beccari (1843-1920), Giorgio Roster (1843-1927) e Stefano Sommier (1848-1922) che nel 1889, insieme a fotografi professionisti come Carlo Brogi (1850-1925) e Vittorio Alinari (1859-1932), fondarono la Società Fotografica Italiana.