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Invasione di turisti, cos'è cambiato dopo il Covid

C'era una volta il Covid che avrebbe rivoluzionato la vivibilità delle città d'arte, selezionando, destagionalizzando, alleggerendo i flussi turistici

File interminabili davanti ai musei e capannelli agli angoli delle strade per contarsi e recuperare i distratti, è tornata la bella stagione. Quella delle gite scolastiche e dei fine settimana lunghi da trascorrere fuori casa ma anche dei grandi viaggi per visitare quelle città d'arte amate nel mondo, Firenze ad esempio.

Il Covid è un lontano ricordo, quella pandemia che avrebbe dovuto dare una scossa al punto di non ritorno segnato dalla gentrificazione, dai grandi flussi turistici incontrollati, selezionando, destagionalizzando, alleggerendo la presenza dei turisti nei soliti luoghi. Ed infatti questa mattina una lunga fila si dipanava dalla Galleria dell'Accademia perdendosi tra via degli Alfani e via de' Servi. Come sempre è stato. Altri capannelli si contavano agli Uffizi e in piazza della Signoria o sul Ponte Vecchio. 

E' "il ritorno alla normalità" della Bellezza, e non possiamo farci niente. O meglio nulla sembra essere stato fatto per mitigare una situazione che per dichiarazione congiunta e trasversale era "sfuggita di mano".

Tra le ipotesi di miglioramento c'era una decisa selezione del turista modello: visite aperte a piccolissimi gruppi di turisti attenti e preparati, disposti a consumazioni leggere al tavolino senza assembramenti di strade, pronti a visitare anche i musei cosiddetti minori lasciando più aria nel castro e concentrati sulle perle nascoste nelle periferie. 

"Tutti rivoluzionari con il Covid degli altri" ma allo stato dei fatti Firenze si ritrova invasa, con i fiorentini costretti a chiedere "permesso" (non tutti, non esageriamo).

Qualcosa è cambiato, ci sono aumenti che riguardano la Tassa di Soggiorno alcuni biglietti museali fino al prezzo di un caffé

I residenti sono ancora pochi, perché gli affitti sono ancora troppo cari mentre aumentano le stanze con bagno assieme alle società che offrono servizi di gestione delle locazioni a brevissimo termine per non contare i depositi bagagli che spuntano come funghi nei vecchi fondi delle botteghe artigiane.

C'è un estremo bisogno di accoglienza turistica, c'è necessità di fare il pieno e di riempire le casse. A dispetto di chi ritiene una leggenda metropolitana la rendita dei piccoli host c'è sofferenza anche dal punto di vista dei proprietari per le spese da sostenere quando il mattone è rimasto l'unica risorsa in assenza di una occupazione stabile.

Stamani c'era la fila per vedere il David, nella sua straordinaria nudità.