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Lavoro giovedì 03 novembre 2022 ore 18:15
Ex Gkn, nuova fumata nera al tavolo ministeriale
Niente piano industriale e un progetto di rilancio la cui concretizzazione pare allontanarsi sempre di più. La situazione è definita preoccupante
ROMA — Manca il piano industriale, l'azienda ha chiesto di prolungare la fase ponte e rivedere gli accordi dopo avere comunicato l'uscita dal consorzio Iris Lab: sulla ex Gkn oggi Qf, per dirla con le parole di Valerio Fabiani che è consigliere del presidente della Regione Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali, "la situazione è preoccupante".
L'azienda, Qf, imputa lo stallo all'inagibilità dello stabilimento di Campi Bisenzio dove intanto si è svolta una riunione fiume: 12 ore di confronto serrato in vista del tavolo di oggi al Ministero per lo sviluppo economico (Mise). Qf per far partire il progetto chiede la piena agibilità dello stabilimento, dove i lavoratori restano in assemblea permanente.
Ma le luci paiono essere davvero molte meno delle ombre: "Per stessa ammissione dell'azienda - spiega Fabiani - il piano industriale non può essere messo sul tavolo. L'assenza di questo elemento impedisce al momento il possibile intervento di Invitalia e al contempo non consente il confronto necessario per l'ammortizzatore. In queste settimane poi abbiamo anche saputo che Qf è uscita dal Consorzio Iris Lab".
Fabiani parla di fase diversa. Ed è fosca. Ieri, in riunione con sindacati, Rsu e istituzioni, l'azienda ha comunicato che c'è bisogno di intervenire sull' accordo di Gennaio, per prolungare la cosiddetta fase ponte. Fabiani chiede di rivedere anche il metodo: "L’azienda si deve mettere realmente a disposizione di un progetto collettivo, con la regia delle istituzioni, anche relativamente a un'attività di advisoring di supporto e scouting finalizzata all'individuazione di ulteriori possibili investitori".
È uno dei passaggi chiave che verrà recepito anche al tavolo, tanto che a conclusione della riunione il Mise chiederà a Qf la disponibilità a individuare un advisor indipendente condiviso e anche un cambio di governance. "La situazione è preoccupante", sentenzia in una valutazione condivisa da tutte le parti sindacali da Fiom Cgil a Fim Cisl e Ficco della Uilm che vedono cocreta la prospettiva che il progetto di rilancio possa non sbocciare.
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