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Cultura venerdì 27 agosto 2021 ore 08:00

Gabriella Greison racconta i geni della fisica

La “rockstar della fisica”, come la definisce il Corriere della Sera, seduce la città dall’alto del magnifico Giardino delle Rose



FIRENZE — Arriva alla rassegna “Firenze dall’alto” la stella della fisica, Gabriella Greison per portare in scena il “Monologo Quantistico”, uno spettacolo teatrale costruito sulla traccia del libro "L'incredibile cena dei fisici quantistici" in cui vengono ricostruiti gli avvenimenti che hanno portato alla nascita della fisica quantistica e con cui Greison ha avviato il percorso di divulgazione.

Tutto è nato da una fotografia in bianco e nero, scattata nel 1927, 29 personaggi in posa, 17 erano o sarebbero diventati premi Nobel. E da questa fotografia ho fatto nascere tutto il mio percorso professionale.” Così si legge nella presentazione dello spettacolo: “Era un pomeriggio di ottobre, nel 1927, a Bruxelles, quando 28 uomini e una donna si misero in posa per lo scatto di una foto. E non una foto qualsiasi, bensì una delle immagini più iconiche del secolo scorso. Le persone immortalate erano un gruppo di scienziati di cui 17 erano o sarebbero diventati Premi Nobel. Solo per citarne alcuni: Marie Curie, Albert Einstein, Erwin Schrödinger, Werner Karl Eisenberg, Niels Bohr. Quel ritrovo, chiamato da Einstein “witches’ Sabbath” (il riposo delle streghe), fu il più grande ritrovo di cervelli della storia, quello in cui furono gettate le basi per nascita della fisica quantistica.”

La visione di quell’immagine ha scatenato un processo grazie al quale la Greison può ancora oggi inanellare un successo dopo l’altro. Dopo lo spettacolo ci ha raccontato che il  modus operandi: "Per prima cosa ho letto tutte le biografie a disposizione, in tutte le diverse lingue, poi ho preso contatto con gli istituti di ricerca scientifici e con i relativi  archivi. Il lavoro di ricerca è sempre molto lungo perché conta sulla volontà di condivisione di questi preziosi materiali. Per questo sono in stretta relazione anche con i familiari degli scienziati, come il nipote di Bohr e di Schrödinger e il figlio di Heisemberg." Fisica di formazione ma non ancora attrice, scrittrice e giornalista – seguì allora le tracce di quella foto fino a Bruxelles raccogliendo informazioni, parlando coi parenti di alcuni dei protagonisti e traducendo lettere e tutto il materiale che recuperava. Da questa ricerca nacque il libro “L’incredibile cena dei fisici quantistici” (Ed. Salani) e poi tutto il resto.

Lo spettacolo è un monologo in cui si fa una carrellata sugli scienziati che parteciparono a quel famoso congresso: "I Congressi Solvay (chiamati anche Conferenze Solvay), fondati dall'industriale belga Ernest Solvay, sono una serie di conferenze scientifiche dedicate ad importanti problemi aperti, riguardanti fisica e chimica, che si tengono a Bruxelles ogni tre anni, a partire dal 1911, agli International Solvay Institutes for Physics and Chemistry. L'ideatore di questi incontri a Bruxelles fu Ernest Solvay, il ricco industriale che ha avuto l'intuizione di riunire le più grandi menti scientifiche. Aveva tanti soldi e voleva fare qualcosa di utile per l'umanità. Aveva anche un grande amico, Alfred Nobel, svedese, ricco anche lui. I due discutevano spesso insieme per capire come realizzare qualcosa di nuovo che favorisse lo sviluppo e il progresso. Decisero allora di procedere nel modo seguente: uno realizzò i famosi premi, che sarebbero diventati i più ambiti in tutti i campi della scienza e non solo; l'altro, invece, organizzò gli incontri dei fisici più importanti, di cui in pochi conoscevano le storie." Così racconta Greison: "Solvay finanziava viaggi, alloggi, spese e tutto quello che poteva servire, a cadenza costante, ogni tre anni, dal 1911 in poi. I congressi furono interrotti solo dalle guerre e proseguono ancora oggi, sempre a Bruxelles, sempre in autunno e sempre ogni tre anni. Così facendo, uno dei due amici ha fatto in modo di facilitare la nascita delle idee, delle scoperte che avrebbero cambiato la storia e l'altro, successivamente, faceva in modo di premiare le idee più geniali."

Greison presenta vita, aneddoti, vizi, manie e virtù con passione di questo gruppo straordinario: "Quel congresso fu un momento di svolta. Tutti e 29 i presenti, dai 74 ai 24 anni avevano un fuoco che li spingeva a realizzarsi. L’importanza di questa storia sta proprio nei dettagli di quello che hanno fatto le singole persone per spiegare il mondo dell’infinitamente piccolo. Questo gruppo di persone e nello specifico una parte di loro, ossia i padri della fisica quantistica, avevano capito l'importanza di andare oltre anche se per farlo alle volte si deve percorrere la via meno battuta." Così suggerisce anche Bukowski in "Rotola i dadi" recitato con ardore dalla Greison in chiusura dello spettacolo: "Se vuoi provarci fallo fino in fondo, Altrimenti non iniziare (..) Guiderai la vita fino alla risata perfetta. È l’unico buon combattimento che c’è."

Sicuramente con lei non ci si annoia! Gabriella Greison è una fucina di idee messe abilmente e brillantemente in pratica. La strada della fisica è ancora una strada in salita per molte donne e Greison conferma l'importanza di invertire questa tendenza: "Le scienziate di cui mi sono occupata hanno avuto vita dura. Non potevano firmare i loro articoli ma solo siglarli, Rosalind Franklin poteva entrare in laboratorio solo dalla porta sul retro, Marie Curie doveva autofinanziarsi il lavoro. Le ripercussioni sono arrivate fino ad oggi e ora la politica deve intervenire e aiutare le aspiranti scienziate a sfondare il soffitto." Greison, usando la sua stessa metafora ci pare che il soffitto lo abbia sfondato. Oltre ad essere ormai divenuta IL volto della fisica divulgativa in Italia, è creatrice di una miriade di progetti che rendono l’inaccessibile mondo della fisica moderna, un po’ più vicino anche se ci saremmo augurati di sentirlo anche un po' più comprensibile! 

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Gabriella Greison si laurea in fisica nucleare presso l'Università Statale di Milano con una tesi sullo studio sperimentale della propagazione di elettroni veloci in una camera a vuoto. In seguito ha lavorato per due anni presso il centro di ricerche École polytechnique di Palaiseau a Parigi. È direttrice del primo Festival della Fisica in Italia.

La sua produzione spazia dalle opere di ricostruzione storica basate sulla fisica (una trilogia sui grandi fisici del XX secolo che hanno creato la fisica quantistica, un saggio su Einstein, tre libri sulle grandi donne della scienza e un romanzo su Schrödinger.) alla prosa teatrale. Da queste pagine nascono poi infatti spettacoli e monologhi che lei stessa porta in giro per i teatri, racconti audio, podcast e mille altre attività connesse tra cui moderazione eventi e conduzione congressi. Un intero mondo a servizio della divulgazione scientifica.

Elisa Cosci
© Riproduzione riservata


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