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Attualità sabato 20 febbraio 2021 ore 13:02

"Noi, piegati dalla crisi" lo spettacolo in piazza

 flash mob dei lavoratori dello spettacolo
Il flash mob dei lavoratori dello spettacolo lo scorso anno in piazza della Repubblica

I lavoratori del settore danno vita anche a Firenze a un presidio con flash mob davanti alla prefettura per chiedere il rilancio del comparto



FIRENZE — Ammortizzatori, sì, ma soprattutto riapertura delle sale di musica, cinema e teatro in sicurezza per un rilancio del comparto: lo chiedono i lavoratori dello spettacolo che martedì 23 febbraio anche a Firenze - in contemporanea con altre iniziative a livello nazionale - danno vita a un presidio con flash mob davanti alla prefettura, in via Cavour, per accendere i riflettori sulla loro situazione.

A indire la manifestazione, a un anno dal primo decreto sull'emergenza sanitaria, sono le sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che chiamano le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo scenderanno in piazza per denunciare lo stato di grave crisi del settore e la loro condizione, lavorativa e personale, ormai non più sostenibile. A Firenze il presidio/flash mob si svolge dalle 10 alle 12.

"Il prolungarsi della pandemia potrebbe avere conseguenze irreversibili: chiusure definitive di teatri, cinema, sale da concerto e, in generale, di tutti quei luoghi in cui è esercitata l’attività culturale dello spettacolo dal vivo, con la conseguente perdita di posti di lavoro e di molte professionalità", scrivono i sindacati in una nota.

"Dobbiamo ripartire, non si può più contrapporre la sicurezza e il lavoro: contemporaneamente all’azione di sostegno e al rafforzamento delle tutele crediamo sia esigenza non più rinviabile quella di organizzare le modalità di riapertura delle sale perché le condizioni di sicurezza devono essere finalizzate alla ripartenza della programmazione e dell'attività produttiva. La pandemia ha messo drammaticamente a nudo i limiti del sistema che ordina l’offerta e la fruizione dello spettacolo dal vivo".

Per questo, in prospettiva, viene richiesta una riforma organica del settore: "Il dramma di questo anno appena trascorso non va reso vano. Oggi - affermano i rappresentanti dei lavoratori dello spettacolo - abbiamo l'occasione di cambiare e costruire un futuro diverso e migliore per il settore, perché la cultura è un bene comune, in essa è conservato lo spirito e l’identità della comunità nazionale e va per questo ad ogni costo salvaguardato non solo, quindi per chi ci lavora ma per tutti i cittadini di questo paese".


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