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Attualità giovedì 30 aprile 2020 ore 16:30

Covid fase 2, e se le attività fossero itineranti?

L'idea sembra piacere in tutta Italia, chi è già esperto racconta però le difficoltà dell'attività di somministrazione di cibi e bevande su strada



FIRENZE — L'emergenza sanitaria ha messo in crisi le consumazioni al banco, a pesare è soprattutto l'incognita della coda, visto che si potrà accedere al locale uno alla volta, ed il tempo che potrà essere dedicato alla consumazione, sapendo che c'è chi attende fuori. Elementi questi che hanno messo in allarme la categoria dei ristoratori ad iniziare dal presidente di Confcommercio Firenze, Aldo Cursano che ha gridato "E' la morte del modello italiano basato sull'accoglienza del cliente". C'è poi un'altra incognita che per anni ha segnato la fortuna delle attività: il passaggio. Per le città turistiche sembra essere un incubo.

Tra le proposte per superare lo scoglio del negozio su strada si è fatta avanti l'idea di tornare all'Ape, ovvero alla somministrazione itinerante che riporta la memoria al carretto dei gelati ed agli ambulanti che ancora oggi portano rifornimenti nei piccoli paesi di provincia. Sono soprattutto le giovani generazioni ad aver investito nel cibo da strada negli ultimi anni, oltre 20mila in tutta Italia le attività condotte da giovani under 40. 

"Lavorare all'aperto - racconta a QUInewsFirenze Gianni Pierattoni, titolare dell'attività Pescepane - è sicuramente un valore aggiunto in questo momento e sarebbe facile mantenere le distanze ma esistono delle difficoltà insormontabili a meno di non mettere mano alla normativa. Il nostro veicolo è fermo e stiamo facendo vendita da asporto e consegna a domicilio grazie al locale che abbiamo aperto a Sant'Ambrogio. Sul territorio fiorentino la licenza itinerante comporta delle restrizioni prevede la possibilità di sostare solo in alcuni spazi e per non più di due ore. In due ore si deve parcheggiare il mezzo, accendere la cucina, cucinare e servire i pasti che magari sono già stati prenotati telefonicamente. Prima di affrontare un investimento importante, solo l'Ape attrezzata può costare 40mila euro oltre all'assicurazione, è bene valutare l'aspetto normativo ed anche la risposta del mercato che al momento è incerta e sarà comunque stagionale". 

Gli operatori del settore si sono mossi a livello nazionale lamentando perdite ingenti per la mancata riapertura in primavera e l'annullamento di tutte le feste di piazza chiedendo allo Stato maggiore flessibilità per ottenere i permessi amministrativi oltre alla possibilità di sostare nelle aree mercatali e la concessione gratuita di suolo pubblico dedicato all'attività di street food.


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