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Nasce il Comitato scientifico multidisciplinare per la salute orale e sistemica

ROMA (ITALPRESS) – Nasce oggi il primo Comitato Scientifico Multidisciplinare per la Salute Orale e Sistemica, un tavolo di lavoro permanente che unisce la Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (FISM), i principali esperti clinico-scientifici, due atenei prestigiosi come Sapienza Università di Roma e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, numerosi key opinion leader e, in qualità […]



ROMA (ITALPRESS) – Nasce oggi il primo Comitato Scientifico Multidisciplinare per la Salute Orale e Sistemica, un tavolo di lavoro permanente che unisce la Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (FISM), i principali esperti clinico-scientifici, due atenei prestigiosi come Sapienza Università di Roma e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, numerosi key opinion leader e, in qualità di major advisor il professor Enrico Gherlone, esperto nominato dal Ministro della Salute per l’odontoiatria.Per la prima volta in Italia un nutrito gruppo di lavoro multidisciplinare riunisce istituzioni, università e società medico-scientifiche con un obiettivo comune: rendere la prevenzione delle malattie del cavo orale una priorità nazionale di salute pubblica e aumentare la consapevolezza sulla stretta connessione tra l’igiene orale e la salute generale.Il progetto In Bocca alla Salute, realizzato con il contributo non condizionante di Procter&Gamble, intende sottolineare come l’igiene e, più in generale, la salute orale rappresentino oggi una delle sfide più sottovalutate, ma più strategiche per la salute pubblica e la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.La bocca è la porta di ingresso al resto del corpo e i problemi gengivali possono aumentare il rischio di problemi gravi per la salute generale: un accumulo di placca intorno al bordo gengivale o tra i denti permette, infatti, la proliferazione dei batteri orali, compreso il P. Gingivalis, che rilasciano delle tossine che possono causare infiammazione e diffondersi in tutto il corpo. La letteratura scientifica dimostra che chi soffre di malattie gengivali ha una maggiore probabilità di sviluppare il diabete, soffrire di gravi eventi cardiovascolari come infarto o ictus, sviluppare malattie cognitive come il morbo di Alzheimer, artrite reumatoide e sviluppare esiti avversi in gravidanza. Queste connessioni sono poi influenzate dagli stili di vita e diversi fattori, tra cui predisposizione ereditaria, stress, fumo, una dieta sbilanciata, malattie sistemiche e una buona igiene orale.Nei prossimi anni il sistema sanitario italiano e la spesa connessa subiranno forti pressioni legate al progressivo invecchiamento della popolazione, alla longevità crescente e ai costi crescenti connessi alla gestione di malattie croniche e sistemiche. Diviene, dunque, ancora più importante investire nella prevenzione delle malattie del cavo orale, soprattutto considerando le insufficienti risorse destinate alla prevenzione sebbene il trend demografico dell’Italia preveda il progressivo invecchiamento della popolazione.Dall’indagine dell’Osservatorio di igiene orale di Nomisma e Fondazione ReS (Ricerca e Salute) condotto a marzo 2025 su un campione di 1.400 consumatori, emerge come la salute orale degli italiani presenti sfide significative: ben l’85% degli italiani presenta problemi gengivali o dentali, ignorando lo stretto legame che esiste tra igiene orale e principali patologie sistemiche. Nella fattispecie: l’88% ignora la correlazione tra igiene orale e malattie cognitive, il 74% tra igiene orale e diabete, il 58% con le malattie respiratorie e il 49% con le malattie cardiovascolari.Si rende quindi necessario un cambio di mentalità che porti l’igiene orale a superare la mera questione estetica, arrivando ad un concetto più ampio e complesso di paradigma preventivo al centro delle abitudini della popolazione italiana.In realtà non si tratta di un problema solo italiano: in occasione dell’Assemblea delle Nazioni Unite del 25 settembre 2025, infatti, è stato evidenziato come le malattie della bocca rappresentino un problema sanitario ed economico rilevante, con impatti seri e di lungo periodo sulla vita delle persone, sottolineando la necessità di un impegno globale per diminuire l’eccessivo tasso di patologie orali (ne soffrono circa 3,5 miliardi di persone nel mondo) attraverso la promozione della salute, la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento.Il tema, come rilevato da Nomisma, inizia quindi con una corretta informazione: solo il 63% di chi soffre di malattie sistemiche dichiara di aver ricevuto informazioni sulla possibile correlazione con la salute orale e, nella maggior parte dei casi, tali informazioni sono state veicolate solo dai dentisti e, molto meno frequentemente (25%), dal medico curante o dallo specialista.Le linee guida del Ministero della Salute sulla corretta igiene orale esistono e sono chiare: lavarsi i denti almeno 3 volte al giorno preferibilmente con uno spazzolino elettrico, utilizzare dentifricio fluorato e filo interdentale ogni giorno ed effettuare visite di controllo specialistiche con periodicità.Eppure la ricerca Nomisma fa emergere un grande divario tra queste e le reali abitudini dei consumatori: solo il 25% degli italiani utilizza uno spazzolino elettrico, solo il 27% il filo interdentale e ben il 40% ha rinunciato a controlli o cure odontoiatriche principalmente per motivi economici.Tali evidenze evidenziano una scarsa consapevolezza ma, al contempo, offrono anche di una grande opportunità: promuovere l’igiene orale riducendo l’incidenza delle patologie croniche e sistemiche, generando benefici diretti per la salute dei cittadini e favorendo una più alta sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.Secondo alcuni scenari prudenziali sviluppati da Nomisma e Fondazione ReS, infatti, emerge che, qualora l’incidenza delle patologie croniche e sistemiche connesse alla scarsa igiene orale diminuisse anche di 1 caso su 1000, si produrrebbero effetti rilevanti non solo in termini di miglioramento della salute collettiva, ma anche di risorse disponibili: ipotizzando una comorbilità pari a circa il 20% tra le patologie analizzate, il risparmio annuo per il SSN sarebbe pari a circa 25,7 milioni di euro, valore pari a 25 volte quello stanziato dalla Legge di Bilancio 2026 per le attività di sensibilizzazione volte alla prevenzione.Questo il contesto che ha portato alla creazione, per la prima volta in Italia, del Comitato Scientifico Multidisciplinare per la Salute Orale e Sistemica, nato sotto l’egida di FISM (Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche) per portare avanti un progetto di sensibilizzazione collettiva sull’importanza di una corretta igiene orale al fine più ampio di migliorare la salute sistemica degli italiani.Quello del Comitato Scientifico è un impegno concreto che si prefigge di: essere interlocutore scientifico principale sull’esigenza di politiche sanitarie ed economiche dedicate a sensibilizzazione sulle buone pratiche igiene orale domiciliare quotidiana; collaborare attivamente con il Ministero della Salute al fine di stimolare la presenza della prevenzione delle patologie del cavo orale nell’ambito della più ampia strategia sulla prevenzione e sui coretti stili di vita; stimolare e collaborare all’aggiornamento e alla ulteriore diffusione delle Linee Guida nazionali per la promozione della salute orale.Il Gruppo di lavoro è composto, oltre che dalla già citata FISM e dal professor Enrico Gherlone, Major Advisor del progetto, anche da 10 Società scientifiche specialistiche, 2 atenei nazionali come l’Università Cattolica del Sacro cuore e la Facoltà di Medicina di Sapienza Università di Roma. Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (FISM), Professor Loreto Gesualdo, Presidente; Consiglio Superiore di Sanità, Professor Enrico Gherlone, Major Advisor; Università Cattolica del Sacro Cuore, professor Antonio Gasbarrini (Gastroenterologia); Sapienza Università di Roma, professor Andrea Pilloni (Parodontologia); Società di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), Professoressa Maria Teresa Montagna; Associazione Igienisti Dentali Italiani (AIDI), Professoressa Maria Teresa Agneta; Società Italiana di Diabetologia (SID), Professor Livio Luzi; Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) – Professor Federico Nardi; Società Italiana di Cardiologia (SIC) – Professor Pasquale Perrone Filardi; Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Professor Francesco Romanelli; Società Italiana di Pediatria (SIP), Dottoressa Anna Maria Musolino; Sapienza Università di Roma, Reumatologia, Professor Fabrizio Conti; Federazione Ordini Farmacisti Italiani, Professor Francesco Rastrelli; Professor Nicola Scichilone, AOU Policlinico “Paolo Giaccone” (Pneumologia); Professor Giuseppe Bruno, AUO Policlinico Umberto I (Neurologia) “Dobbiamo intercettare, educare e accompagnare – ha commentato Elena Murelli, capogruppo 10a Commissione del Senato della Repubblica -. Il primo tavolo di lavoro del comitato tecnico scientifico è stato avviato, la salute inizia dalla bocca solo se istituzioni e scienza camminano insieme. E’ fondamentale quello che è stato sottolineato durante la mattinata, perchè ci devono essere percorsi condivisi tra mmg e specialisti. Prevenire è meglio che curare, tutti gli interventi detti questa mattina hanno riportato questo concetto. Tutti gli interventi questa mattina, tutte le collaborazioni tra tutte le discipline, la collaborazione tra le 10 discipline delle società scientifiche, le due università mettono insieme un mondo che ha voglia di collaborare insieme per fare prevenzione”. Per il Professor Gherlone “la collaborazione tra scienza e istituzioni è decisiva. Costruire un canale permanente e non episodico tra comunità scientifica e decisori pubblici consentirebbe di anticipare ai decisori i trend emergenti evitando ritardi nell’applicazione delle evidenze scientifiche. Quella odontoiatrica è stata percepita troppo a lungo come un ambito separato rispetto a Sistema Sanitario Nazionale, ma è invece una parte rilevante della risposta nazionale alle malattie sistemiche. La salute parte dalla bocca, ma arriverà lontano solo se scienza e istituzioni riusciranno a trasformare le evidenze scientifiche in prevenzione metabolizzando il concetto per il quale la prevenzione è un’infrastruttura della sanità pubblica. La prevenzione si deve evolvere in linee guida nazionali realmente applicate, attraverso programmi diffusi sul territorio e percorsi multidisciplinari condivisi in tutti gli ambiti clinici. Quando questo passaggio di informazioni tra comunità scientifica e decisore pubblico non avviene la scienza rimane conoscenza e non diventa salute. E questa, ad oggi, la sfida decisiva per ridurre il peso economico e sociale delle malattie sistemiche”. – foto ufficio stampa Bistoncini Partners –(ITALPRESS).

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