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Attualità mercoledì 08 marzo 2017 ore 14:09

Le Gualchiere trecentesche rischiano la rovina

Sopralluogo di tecnici e istituzioni nella struttura di archeologia preindustriale di Remole che versa in stato di abbandono in riva all'Arno



BAGNO A RIPOLI — II rischio è che l'abbandono delle Gualchiere di Remole si trasformi in definitiva rovina. Per questo il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini ha fatto appello perché si trovi una soluzione che eviti il disastro. “Salviamo la struttura, sì a un mix pubblico-privato per riportarla presto alla vita”, ha detto Casini durante il sopralluogo a cui hanno partecipato anche l'assessore all'Urbanistica Paolo Frezzi e alla Commissione urbanistica del Comune di Firenze, presieduta da Leonardo Bieber.

La storica struttura, ampia oltre 4mila metri quadrati, era stata costruita in modo da sfruttare la forza del fiume per lavorare i panni di lana. L'immobile si trova sul territorio comunale di Bagno a Ripoli ma appartiene al Comune di Firenze. 

“Dispiace moltissimo che un monumento di archeologia preindustriale di tale pregio architettonico e artistico, che nei secoli è appartenuto alle più nobili famiglie fiorentine e all'Arte della lana, oggi versi in questo stato di incuria e di abbandono – ha detto Casini - serve agire in fretta per recuperare la struttura ed evitare che lo stato di deterioramento dell'antico mulino si aggravi ulteriormente”.

Il presidente della Commissione urbanistica del Comune Leonardo Bieber ha espresso la "massima disponibilità a lavorare insieme al Comune di Bagno a Ripoli per recuperare e riqualificare questo complesso trecentesco affascinante, dalle grandissime potenzialità ma anche con molte criticità. È un bene di proprietà del Comune di Firenze, vincolato dalla Soprintendenza e inserito nel piano di alienazioni. È chiaro che il processo di recupero non potrà che passare da un'azione congiunta con il Comune di Bagno a Ripoli. Giudico molto positive le parole del sindaco Casini in merito ad un recupero basato su un mix funzionale che possa consentire da un lato un intervento privato e dall'altro il mantenimento di funzionalità di carattere pubblico su una parte dell'immobile".


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