Arte

Winckelmann, Firenze e gli Etruschi

La mostra al Museo Archeologico apre le celebrazioni previste in tutta Europa per il trecentesimo anno della nascita di Johann Joachim Winckelmann

Ha ricevuto anche l'omaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la mostra che verrà inaugurata il 26 maggio e sarà preceduta da una presentazione nell'aula magna dell’Università, tenuta dagli ideatori dell’iniziativa: Maria Fancelli, Giovannangelo Camporeale e Max Kunze, mentre il direttore del Museo Archeologico, Mario Iozzo, introdurrà l’esposizione. 

Sarà questa l’occasione per ripensare il ruolo di Winckelmann come fondatore della moderna archeologia e iniziatore di una nuova concezione estetica, venuta fuori nei periodi in cui l'archeologo soggiornò a Roma prima e a Firenze poi.

Le tre sezioni della mostra mettono a fuoco proprio questo significativo momento dell’attività di Winckelmann, ovvero la Firenze con cui venne in contatto e le opere antiche che vi prese in esame, il suo contributo alla conoscenza dell’arte etrusca e infine i riflessi che i suoi studi ebbero nella diffusione del mito degli etruschi nella cultura europea fra sette e ottocento.

Nel salone del Nicchio del Museo Archeologico e in 14 vetrine saranno esposti più di 100 pezzi: vasi greci e etruschi, manoscritti e libri rari, statue in marmo e in bronzo, stampe e dipinti, urne e sculture etrusche, gemme e medaglie. Altri capolavori della statuaria etrusca collegati alla Mostra (la Chimera e la Minerva di Arezzo, l’Idolino di Pesaro), saranno visibili nelle sale dello stesso Museo. Fra le rarità troviamo i calchi della raccolta completa delle Gemme Stosch dal Museo di Stendal; la cosiddetta Ballerina, una statua romana della collezione Riccardi finora mai uscita dalla sua sede; il taccuino manoscritto di Winckelmann conservato a Firenze; un servito della manifattura di Doccia ispirato a motivi etruschi; la prima e finora unica edizione dell’opera omnia di Winckelmann stampata a Prato nel 1830-1834.