Cronaca

Movida con rissa, daspo Willy per 5 responsabili

Per i giovani delle province di Pistoia, Pisa e Firenze protagonisti delle scazzottate di inizio Luglio un anno di divieto di avvicinamento ai locali

Per un anno non potranno avvicinarsi ai locali di Montecatini Terme né stazionarvi nei pressi. E' il cosiddetto daspo Willy, adottato per la prima volta nella provincia di Pistoia ed emesso dal questore Giovanni Battista Scali nei confronti di 5 giovani delle province di Pistoia, Pisa e Firenze ritenuti responsabili delle risse di cui il centro della città termale è stato teatro a inizio Luglio.

I disordini si verificarono nella zona in cui si trovano i principali luoghi della movida, tra viale IV Novembre e le vie Rosselli e Amendola. A quei locali e a tutti i bar, caffè, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari, situati nella città termale adesso i ragazzi - individuati grazie alle indagini del commissariato di Montecatini Terme tramite le immagini dei filmati e le testimonianze - hanno il divieto di entrare e anche di avvicinarsi.

La divisione polizia anticrimine della Questura, valutata la gravità delle condotte per l’ordine e la sicurezza pubblica, poiché realizzate all’interno o nelle immediate vicinanze di pubblici esercizi e locali di pubblico intrattenimento, nonché filmate e rese visibili su Facebook con la conseguente amplificazione dell’allarme sociale suscitato dall’evento, ha attivato e istruito il procedimento. La conclusione è l’emanazione dei provvedimenti.

Ma cos'è il cosiddetto daspo Willy? I divieti di accesso e avvicinamento ai locali, adottati per la prima volta nella provincia di Pistoia, sono misure di prevenzione di competenza del Questore, quale autorità provinciale di pubblica sicurezza. Rientrano nella categoria del “divieto di accesso ad aree urbane” (denominato Dacur), la cui disciplina è stata modificata nel 2020 all’indomani dei tragici fatti che portarono alla morte del 22enne Willy Monteiro Duarte. La violazione del provvedimento è punita con la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro.