Attualità

Un'offesa su Facebook è diffamazione

La Cassazione ha stabilito che un post dal contenuto offensivo è punibile come un articolo giornalistico diffamatorio. Rischio carcere fino a 3 anni

La questione è stata affrontata in Tribunale dopo la denuncia-querela di un privato cittadino che aveva trovato sul proprio profilo Facebook alcune frasi denigranti, con tanto di nome, cognome e foto dell'autore. 

Il giudice di pace si dichiarò incompetente su questa materia, ipotizzando però la fattispecie della diffamazione aggravata.

Poco dopo però anche il Tribunale romano aveva escluso di poter deliberare sulla questione. 

E' a questo punto che è intervenuta la Corte di Cassazione, accreditando la similitudine tra l'offesa via internet e la vecchia diffamazione tramite i giornali.

Secondo i giudici, il fondamento dell'aggravante è "nella potenzialità, nella idoneità e nella capacità del mezzo utilizzato per la consumazione del reato a coinvolgere e raggiungere una pluralità di persone con ciò cagionando un maggiore e più diffuso danno alla persona offesa".

Ogni utente Facebook può contare su una platea di 25 milioni di persone che possono a loro volta condividere e rimbalzare i post in maniera esponenziale.