Politica

Biagiotti, è sfiducia, Sesto commissariata

Approvata con 16 voti a favore e 5 contrari la mozione contro il sindaco. Cade l'amministrazione. Biagiotti: "Manovra vendicativa e di poco respiro"

Alla fine non c'è stato niente da fare. Tentativi di mediazione, assemblee pubbliche in piazze apertissime, vertici nel palazzo comunale a porte chiusissime, proposte di riazzeramento della giunta e di un nuovo corso del governo comunale da costruire "tutti insieme".

Niente, nessuna argomentazione ha intaccato la volontà dei consiglieri dem dissidenti di affondare definitivamente il mandato iniziato poco più di un anno fa da Sara Biagiotti, renziana di ferro, ex assessore a Palazzo Vecchio, sindaco di Sesto senza passare dalle primarie, presidente di Anci Toscana per investitura di palazzo Chigi, alla fine messa all'angolo da otto compagni di partito e da 'altri' che lei, nell'intervento finale in consiglio, ha definito "personaggi minori, esponenti di un sistema autoreferenziale". "La restaurazione non porta mai al progresso ma alla sollevazione dei popoli - ha detto Biagiotti rivolgendosi ai diretti interessati - E dopo i giorni dell'esaltazione arriveranno quelli dell'oblio". Un riferimento esplicito all'ex sindaco di Sesto Gianni Gianassi.

Hanno votato a favore della sfiducia due terzi dei consiglieri presenti in aula: ovvero gli 8 consiglieri ribelli del Partito democratico, i consiglieri di Sesto Bene Comune-Sel (4), quello del gruppo misto Mauro Ceccherini (ex M5S), quelli di Forza Italia (2), il Movimento 5 Stelle (1).  "Biagiotti è incapace di amministratore la città" la motivazione principale, con due nodi centrali: il nuovo termovalorizzatore di Case Passerini e la nuova pista dell'aeroporto di Peretola, fortemente osteggiati dai dissidenti dem.

Hanno invece votato contro la mozione Riccardo Baronti della lista Sesto siamo noi e 4 consiglieri Pd rimasti fedeli al sindaco. Il consigliere Fabrizio Muscas del Movimento Sesto 2014 non ha partecipato al voto così come la consigliera del Pd Laura Chirici.

La seduta si è svolta davanti a 200 persone e con molti momenti di tensione, con accuse e parole pesanti sia da un fronte che dall'altro, seguiti da fischi, urla, applausi, contestazioni.

Il sindaco, per tutta la durata dei lavori, è entrata e uscita dall'aula a seconda di chi stava intervenendo, atteggiamento più volte contestato dai suoi oppositori interni ed esterni al Pd, costretti a parlare "a una sedia vuota come troppe volte è successo durante altre sedute del consiglio comunale".

"L'amarezza di questo momento rimarrà nella storia di questa città" aveva detto ancora Biagiotti prima del voto di sfiducia, parlando di "accuse ingiuste, infondate e rancorose nei suoi confronti" e poi lanciandosi nel lungo elenco dei provvedimenti attuati e dei progetti avviati "che adesso rimarranno a metà perchè arriverà un commissario". 

Il sindaco ha anche ribadito di non aver mai mentito alla città sulle grandi opere come il termovalorizzatore e l'aeroporto di Peretola. Progetti sostenuti dal suo partito prima che lei diventasse sindaco e sui quali la sua amministrazione ha espresso osservazioni e pareri contrari.

Anche l'intervento del sindaco è stato seguito da applausi e urla e la seduta è stata sospesa per 10 minuti per riportare la situazione alla calma. 

Infine le dichiarazioni di voto e la votazione per chiamata diretta. E la comunità di Sesto Fiorentino, volente o nolente, ha cambiato verso.