Cronaca

In cerca di un tetto dopo il rogo del capannone

Sono tutti ospitati nelle tende i migranti che vivevano nell'ex mobilificio bruciato. Il Comune è al lavoro per trovare sistemazione alternativa

Sono usciti di corsa con quello che potevano recuperare e ora sono nelle tende allestite a poca distanza dal capannone di via Avogadro andato in fumo nella notte. I migranti che da oltre un anno si trovavano nello stabile che un tempo ospitava il mobilificio Aiazzone sono ora in attesa di una nuova sistemazione. Uno di loro, Alì Moussa, rifugiato politico somalo di 35 anni, è morto dopo essere stato estratto ormai esanime dall'edificio.

Intanto il Comune di Sesto fiorentino sta lavorando in queste ore per trovare una soluzione alternativa alle tende per il ricovero degli stranieri che si erano rifugiati nell'ex mobilificio Aiazzone andato in fiamme. 

Il sindaco Lorenzo Falchi, secondo quanto si è appreso, è impegnato in una serie di colloqui e incontri per trovare una soluzione prima possibile. "Tutti ci siamo adoperati per trovare una sistemazione agli stranieri coinvolti, mettendoci a disposizione del Comune di Sesto che ha gestito con attenzione e scrupolo tutti i passaggi", ha affermato Angelo Bassi, consigliere delegato della Protezione civile della Città metropolitana di Firenze che era stata allertata per allestire un pronto soccorso da campo. Nella notte "abbiamo distribuito ottanta coperte a quanti erano scappati dall'incendio", ha riferito Bassi.

Nel pomeriggio si terrà un Consiglio comunale per discutere dell'accaduto.