Cronaca

Clienti da mezza Toscana per i pusher del machete

I sei spacciatori arrestati dalla squadra mobile di Pistoia avevano messo in piedi un grosso giro d'affari con clienti da Lucca, Firenze e Pistoia

La loro era un'organizzazione rodata e molto remunerativa, resa sfuggente dal bosco all'ombra del quale gli spacciatori nascondevano la cocaina e la marijuana che immettevano sul mercato. Un mercato capace di coprire tre province: Lucca, Firenze e Pistoia.

Il questore di Pistoia Salvatore La Porta, in conferenza stampa, ha dato conto del giro d'affari decisamente "consistene, come dimostra il sequestro della somma di 28mila euro, trovata nel corso delle perquisizioni di stanotte". "La zona - ha aggiunto La Porta - è quella detta del Padule e questi cittadini extracomunitari si servivano del bosco per nascondere i propri affari e potervi celare gli stupefacenti". 

A finire in manette sono state sei persone, tre marocchini e tre albanesi. Un settimo destinatario della misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Pistoia su richiesta del sostituto procuratore Claudio Curreli, è ancora ricercato. Si tratta, anche nel suo caso, di un marocchino. I suoi connazionali, quando spacciavano, erano armati di machete. 

"Quelli che rifornivano lo spaccio al minuto - ha aggiunto il vicequestore aggiunto Antonio Fusco, dirigente della locale squadra mobile -erano tre albanesi, due su Lucca e uno su Pistoia. Abbiamo registrato anche un acquisto per la successiva vendita di un chilo di cocaina. I due di Lucca, per sfuggire alla possibilità di controlli durante il trasporto di questa quantità notevole di sostanze stupefacenti, andavano in macchina con la moglie e i due bambini minorenni di uno dei due, uno di questi affetto da sindrome di down".