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Mafia capitale, l'inchiesta sfiora la Toscana

I magistrati stanno indagando su alcune gare vinte dalla coop bianca La Cascina, che dal 2010 si occupa della pulizia dei treni a Santa Maria Novella

Le ipotesi d'accusa sono quelle di turbativa d'asta e corruzione. Nel mirino degli investigatori romani, che si stanno occupando degli intrecci esistenti tra criminalità organizzata e politica nel secondo capitolo di Mafia capitale, sono finiti i vertici del gruppo La Cascina, che controlla una serie di cooperative legate a Comunione e Liberazione e che si occupano di servizi ai migranti, ma anche di pulizia dei treni, specie a Firenze.

A portare alla luce la vicenda è stata Repubblica, nelle pagine locali. Secondo i pm di Roma i vertici del gruppo avrebbero avuto un rapporto privilegiato dal 2011 al 2014 con Luca Odevaine, vero e proprio perno attorno a cui ruotava il sistema dell'accoglienza dei migrante e divenuto, secondo l'accusa, un collettore di tangenti.

Il gruppo La Cascina ha vinto l'appalto per la pulizia dei treni alla stazione di santa Maria Novella a Firenze il 22 marzo del 2010, quindi in un periodo precedente rispetto a quello che stanno prendendo in esame i magistrati romani, ma se dovesse essere provata la corruzione sistematica, anche questo appalto potrebbe finire nel mirino degli inquirenti. 

Il gruppo, nel frattempo, è finito sotto la lente d'ingrandimento anche della procura di Firenze impegnata a indagare sulla corruzione negli appalti per le infrastrutture: i magistrati vogliono vederci chiaro sul rapporto tra La Cascina e Francesco Cavallo, braccio destro di Maurizio Lupi al ministero delle infrastrutture, arrestato per corruzione proprio su ordine dei pm fiorentini nell'ambito dell'indagine sul Sistema Incalza.