Una mobilitazione che ha fatto il giro del web, con oltre 50mila adesioni in tutta Italia per aprire, almeno per una sera, i ristoranti chiusi.
L'iniziativa si chiama "#ioapro", una protesta lanciata sui social che invita i ristoratori a restare aperti il 15 Gennaio dalle 19 alle 21.45 contro le restrizioni anti Covid imposte dal governo. La protesta che viaggia sui social e in Toscana ha raccolto oltre 400 adesioni.
La sera di disobbedienza è stata messa a punto in vista del nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 16 Gennaio che dovrebbe prevedere misure ancora più restrittive per bar e ristoranti. I ristoratori, dopo oltre 10 mesi di chiusure, contestano la proroga dello stop alle cene.
In Toscana sono pronti ad aderire anche i "Ristoratori toscani" : "Se l'indice di contagio Rt è basso, se la regione è in zona gialla e le attività commerciali sono aperte, perché i ristoranti non possono lavorare a cena o nei fine settimana, non possono svolgere la loro attività in sicurezza, come accade per un negozio o un ufficio?", si chiedono i ristoratori che attraverso Tni – Tutela Nazionale Imprese, hanno rivolto questa domanda ai prefetti nel giorno in cui la Toscana è tornata in zona gialla.
La Federazione ha inviato una lettera chiedendo di fornire i dati che individuano i pubblici esercizi come luoghi di contagio e sulle cui basi sono state imposte dal governo le chiusure.
“Se entro giovedì non ci saranno risposte né indennizzi – annuncia il portavoce di Tutela Nazionale Imprese e presidente di Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari - saremo costretti per la sopravvivenza nostra, delle nostre famiglie, dei nostri dipendenti e dei nostri fornitori, a riaprire subito al pubblico i locali anche a cena”.
“Sono dieci mesi – aggiunge – che rispettiamo tutte le regole, ma stanno morendo centinaia di migliaia di aziende e abbiamo diritto di leggere i documenti che spiegano e dimostrano le evidenze scientifiche dell'obbligo di chiusura dei pubblici esercizi a cena e nei fine settimana. Il Governo, inoltre, ci deve risarcire. I ristori ricevuti fino ad oggi rappresentano mediamente solo il 2,5% del fatturato delle nostre aziende”.
Tra Milano, Modena, Pesaro, Reggio Emilia, Firenze e Viareggio tra le città con maggiori adesioni registrate, si parla di circa quattrocento locali pronti ad aprire.