Cronaca

Sparo al campetto, il proiettile è di una pistola

Non è stato un fucile da caccia ma una calibro 7,65 a esplodere il colpo finito su una panchina al Galluzzo durante un allenamento di calcio

La paura è ancora tanta al Galluzzo perché ancora non si sa niente di preciso sulle ragioni del misterioso sparo che due giorni fa ha rischiato di centrare in pieno una delle persone che stavano seguendo l'allenamento di una squadra giovanile di calcio. Chi si trovava sul posto al momento dell'esplosione ha detto di aver sentito uno schiocco quando il proiettile si è conficcato nella panchina che si trova vicina a una delle porte del campo di viale Tanini.  

Gli ultimi accertamenti dei carabinieri hanno fatto emergere che che si tratta di un proiettile calibro 7,65 e che a sparare è stata una pistola e non, come in un primo momento si era ipotizzato, il fucile di un cacciatore impegnato in una caccia selettiva al cinghiale. La distanza di tiro parrebbe essere tra i 50 e i 100 metri dalla panchina. Certo è che questo non rincuora i frequentatori del posto perché a questo punto sembrano essere ancora più misteriose le motivazioni che possono aver portato chi ha sparato a compiere il gesto: all'inizio infatti si era pensato anche che il colpo potesse essere stato esploso per allontanare gli animali selvatici che spesso si avvicinano alle case. Questo non per ucciderli ma solo per mandarli via, considerato il calibro del proiettile. In ogni caso sembra tuttora molto remota, se non da escludere l'ipotesi, che chi ha sparato volesse colpire qualcuno

Quando e se sarà trovata una pistola dello stesso calibro sarà possibile fare una comparazione con l'ogiva recuperata, sulla base delle rigature che di fatto sono la firma dell'arma che ha sparato. Il formato fa pensare a un'arma detenuta per difesa personale. Ora le indagini vanno avanti con gli ulteriori accertamenti balistici che permetteranno di determinare con dettaglio la linea di tiro.