Cronaca

Il falso vino doc incantava Russia, Cina e Corea

Vino comprato in Sicilia e bottiglie turche nei carichi di falso Sassicaia doc sequestrato dalla finanza. Una cassa di vino perduta il primo indizio

I clienti erano quasi tutti cinesi, coreani e russi, ammaliati dall'etichetta sulle bottiglie che riportava il noto marchio registrato "Doc Bolgheri Sassicaia". Dentro le 6.600 bottiglie sequestrate dalla guardia di finanza, però, c'era vino acquistato in Sicilia, le bottiglie stesse erano acquistate in Turchia e i tappi in Bulgaria. Un intervento, quello della finanza, che il procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Creazzo ha definito "provvidenziale per evitare che venisse realizzato un giro d'affari notevole che a regime avrebbe fruttato circa 400.000 euro al mese".

E' il quadro emerso dalle indagini condotte dalle fiamme gialle della compagnia di Empoli nell'arco di un anno che hanno portato all'arresto di due persone, entrambe ai domiciliari: erano loro, secondo i finanzieri, a imbottigliare e apporre le etichette e la carta velina sulle bottiglie e a occuparsi anche dell'assemblaggio delle casse. 

E proprio una cassa di bottiglie, probabilmente cadute da un camion, ha messo gli investigatori sulla pista giusta stimolandone l'intuito: dentro, è stato spiegato, c'era un biglietto con dei numeri di telefono grazie ai quali l'indagine ha preso il volo.

Insieme ai due arrestati, sono indagate altre 11 persone, mentre altre cinque persone sono state perquisite. 

Le annate riportate sulle bottiglie erano quelle dal 2010 al 2015. A fine settembre i militari hanno sequestrato 80.000 peezzi contraffatti tra etichette, bottiglie, tappi, casse di legno, usati per confezionare 1.100 casse di vino per un totale, appunto, di 6.600 bottiglie. 

Se si fosse trattato di vino originale, il carico, avrebbe avuto un valore di quasi due milioni di euro.