Cronaca

Falso allarme bomba sull'Alta velocità, c'è la rivendicazione

Un dispaccio da fonte anonima è stato diffuso su un sito di matrice anarchica. Nel messaggio riferimenti al blitz a Carrara e allo sgombero a Firenze

"Il sabotaggio della linea alta velocità è la conseguenza non tanto delle azioni repressive dello Stato di martedi 8 a CarraraFirenze, bensì una normale risposta ad uno stato emergenziale repressivo": è giunta così, sotto forma di dispaccio diffuso in forma anonima su un sito della galassia anarchica, la rivendicazione per il falso allarme bomba che nella serata del 9 Agosto scorso era giunto per la galleria Firenzuola della linea d'Alta velocità Firenze-Bologna, rimasta poi paralizzata per ore.

Le indagini della procura di Firenze si sono subito orientate sulla pista anarchica, e il fascicolo d'inchiesta è per terrorismo ed eversione. Finora, tuttavia, non era arrivata alcuna rivendicazione.

Il portale anarchico ha pubblicato il contenuto di quella che si dice essere una "mail anonima" con la formula "riceviamo e diffondiamo". L'oggetto inequivocabile è proprio "Av Firenze Bologna".

"Riguardo al falso allarme bomba sui treni Av Firenze Bologna - recita la comunicazione - in questi giorni sui giornali non si fa altro che parlare di terrorismo, eversione e fili rossi bianchi e verdi che collegano azioni a situazioni. Il sabotaggio della linea alta velocità è la conseguenza non tanto delle azioni repressive dello Stato di martedi 8 a Carrara e Firenze bensì una normale risposta ad uno stato emergenziale repressivo che bolla come terrorismo anche un lenzuolo con poche scritte o della carta stampata". 

E poi, più avanti: Ciò che è successo è in solidarietà a chiunque si sia trovato fermo, bloccato e derubato del tempo e della vita e non c’è colpa se per qualche ora le persone hanno sperimentato su di loro cosa vuol dire dovere aspettare, perdere tempo e rimanere fermi perché qualcuno ha deciso per te".

Infine: "L’anarchia non vuol dire bombe e di bombe non ce n’erano ma di fatto l’atto dimostra come sia impossibile per lo Stato essere onnipresente e proteggere l’ecomostro della Tav, delocalizzando la lotta agendo nella boscaglia e conoscendo i sentieri è cosi che usciremo dalle inquadrature delle telecamere in città".