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Più smog e aumentano gli accessi in pronto soccorso

Uno studio a coordinamento toscano ha messo in relazione la concentrazione di polveri sottili Pm10 e Pm2,5 con i flussi di pazienti negli ospedali

Quando le concentrazioni di polveri sottili Pm10 e Pm2,5 si fanno più elevate, nei giorni successivi gli accessi di pazienti in pronto soccorso aumentano fino al 10-15%: a mettere in correlazione i due eventi è uno studio a coordinamento toscano, guidato da Nazerian Peiman che è specialista in medicina d'emergenza-urgenza presso l'ospedale universitario Careggi di Firenze.

Lo smog potrebbe non essere fattore di rischio in sé, ma solo un indicatore indiretto. E comunque va considerato così come altre variabili come stagione, ferialità o festività dei giorni, temperatura e via osservando.

La ricerca è stata presentata al Congresso europeo di Medicina d'Emergenza a Copenaghen da Andrea Rossetto dell'università di Firenze, primo autore del lavoro.

Quando l'inquinamento atmosferico sale, paiono aumentare gli arrivi in pronto soccorso in particolare per problemi respiratori e cutanei ma anche per traumi.

La possibile correlazione è stata messa a fuoco raccogliendo i dati sui pazienti accolti nel pronto soccorso di Careggi dal 2019 al 2022 - per un totale di 307.279 accessi - e osservandoli alla cartina di tornasole dei ai livelli giornalieri di particolato registrati da 14 stazioni di rilevamento dell'Arpat in prossimità dei luoghi di residenza dei pazienti fino a 30 giorni prima dell'arrivo in ospedale. 

I ricercatori hanno riscontrato un aumento del 10-15% dei pazienti giornalieri al pronto soccorso nei giorni successivi all'aumento dei livelli di Pm2,5 e Pm10.