Cronaca

Omicidio Ashley, l'uomo fermato confessa a metà

Cheik Diaw, senegalese irregolare di 27 anni, ha ammesso di aver litigato con la ragazza dopo un rapporto sessuale: l'ha spinta e le ha rotto la testa

Nessun gioco erotico finito male. Ashley Olsen, la 35enne statunitense trovata morta il 9 gennaio nel suo appartamente di via santa monaca in Oltrarno a Firenze sarebbe stata uccisa dopo un litigio dall'uomo con cui aveva appena fatto sesso. Lui, Cheik Diaw Tidiane, senegalese di 27 anni, incensurato, da pochi mesi in Italia da irregolare, è stato fermato attorno a mezzanotte dai poliziotti che sono andati a prelevarlo in una casa di via del Castagno. L'uomo è accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà e per aver agito nei confronti di un soggetto in minorata difesa. A confermarlo è stato il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, nel corso di una conferenza stampa in procura.

Creazzo ha reso noto un particolare fino ad ora sconosciuto: la ragazza sarebbe morta per strangolamento ma sul suo cranio sono state trovate anche due fratture. Che, ha aggiunto il procuratore, avrebbero determinato comunque la morte di Ashley.

Interrogato dagli investigatori, il senegalese ha raccontato che Ashley, dopo un rapporto sessuale consenziente, avrebbe cercato di mandarlo via da casa con la scusa che stava arrivando il fidanzato. "Non sono un cane!" avrebbe risposto Diaw Cheik Tidiane, dandole una spinta e mandandola a sbattere con la testa contro il muro. Poi avrebbe cercato di sollevarla ma senza tentare lo strangolamento. Ricostruzione a cui gli inquirenti non credono: a loro avviso il senegalese, al culmine di un litigio, avrebbe colpito l'americana alla testa e poi l'avrebbe strangolata con un laccio o una catenina.

A inchiodare il giovane sarebbero state le testimonianze di alcune persone che lo avrebbero visto entrare nella casa in compagnia di Ashley la notte tra giovedì e venerdì dopo una serata passata insieme in un locale della zona, ma soprattutto la prova del dna.

"Dalla casa - ha spiegato Creazzo - sono stati presi reperti biologici, un profilattico e una cicca di sigaretta nel bagno che, grazie ad uno stratagemma degli investigatori, è stato poi possibile comparare con il dna del sospettato".

Risultato del confronto: i due reperti combaciano perfettamente. Da qui la decisione di arrestare Diaw che, da qualche mese, dopo essere arrivato in Italia senza permesso di soggiorno, si era stabilito a Firenze dove abita anche il fratello, in possesso di regolare permesso di soggiorno.

"E' possibile che i due protagonisti di questa vicenda al momento del delitto non fossero lucidi - ha detto ancora Creazzo - Abbiamo elementi per pensare che sia la donna che l'uomo avessero assunto sostanze che non li rendevano lucidi, alcol di sicuro, forse altro. Per chiarire meglio questo aspetto aspettiamo gli esami tossicologici su Ashley".