Attualità

Le conferenze stampa al tempo del coronavirus

Anche il giornalismo si è adeguato alle disposizioni anti-contagio. Postazioni distanti un metro, microfoni sul tavolo e "X" sui sedili vietati

L'emergenza coronavirus rivoluziona anche le abitudini dei giornalisti. Tra le nuove norme disposte dal decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, infatti, c'è anche quella che impone che sia mantenuta la distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone presenti a un evento e di evitare gli affollamenti. 

Da qui lo scenario surreale in occasione delle conferenze stampa (poche) che in questi giorni di emergenza Covid-19 vengono organizzate, molte delle quali inevitabilmente incentrate sul virus e sulle sue ripercussioni sulla salute dei cittadini in primis, poi sulla abitudini quotidiane, sull'economia e sul lavoro. 

E così capita che le postazioni dei cronisti siano posizionate distanti l'una dall'altra come su una scacchiera o che, nell'impossibilità di spostarli, i sedili vietati siano contrassegnati con una grande "X". E le interviste? Da lontano, con i microfoni posizionati davanti a chi parla e le telecamere a debita distanza.