Nell'inchiesta condotta dalla polizia sono indagate due donne italiane, una romena e bulgara. Una di queste, con la complicità di due uomini, uno di nazionalità bulgara e l'altro romena, faceva arrivare in Italia le ragazze dall'est Europa organizzando tutti i dettagli del viaggio e l'avvio alla prostituzione.
Coinvolti nell'inchiesta anche due anziani fiorentini che avevano concesso la disponibilità di alcuni appartamenti di loro proprietà alla banda senza essere a conoscenza dell'utilizzo che ne veniva fatto.
Trans brasiliani e ragazze si alternavano negli appartamenti con cadenza mensile e si prostituivano per loro volontà pagando un canone di locazione giornaliero.
In ogni appartamento 'lavoravano' mediamente da due a quattro donne o trans che pubblicizzavano la loro attività con annunci pubblicati sul web.