Cronaca

Il grido dei migranti dopo il rogo nel capannone

Una cinquantina di persone che vivevano nel capannone bruciato all'Osmannoro in marcia davanti alla Prefettura al grido di 'Vergogna' e 'Basta morti'

I migranti sono arrivati in tarda mattinata e hanno dato vita a una manifestazione di protesta chiedendo condizioni di vita più dignitose. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'incendio che la notte scorsa ha devastato il capannone che un tempo ospitava il mobilificio Aiazzone a Sesto Fiorentino. Alì Mousa, somalo di 44 anni, è stato estratto ormai esanime ed è morto poco dopo.

I manifestanti hanno gridato ''vergogna, vergogna'' e hanno esposto alcuni striscioni, tra cui quello con la scritta ''vogliamo una casa e una vita dignitosa''. In un altro striscione si attribuisce allo Stato la colpa della morte del migrante che non è sopravvissuto al rogo. 

Alcuni si sono anche distesi a terra per bloccare il traffico.