Sedersi uno di fronte all'altro, guardarsi negli occhi e lasciare che a parlare siano le onde cerebrali, captate da speciali caschetti e trasformate in visualizzazioni grafiche. Sembra la scena di un film futuristico ed invece sarà realtà al Bright Festival di Firenze, in programma dall’11 al 13 Aprile alla Stazione Leopolda e a The Social Hub.
A permetterlo sarà una installazione firmata da Sublime Tecnologico, studio creativo con sede a Bologna, in collaborazione con Holy Club Group di Milano.
Ecco come funziona l’installazione: due persone si siedono una di fronte all’altra e, tramite appositi caschetti Muse, vengono rilevate in tempo reale le loro onde cerebrali. Frequenze, livelli di attenzione, rilassamento e risposta emotiva vengono acquisiti e tradotti istantaneamente in visualizzazioni grafiche, proiettate su un grande portale circolare, che si anima di colori e forme a seconda della relazione emotiva che si crea tra i due partecipanti. Nessuna azione fisica, nessun contatto. Solo lo scambio sottile e potente di una connessione interiore.
I contenuti visivi e sonori realizzati attraverso software generativi e una regia immersiva composta da luci Led sincronizzate e tappeti sonori cerebrali, cambiano ad ogni coppia. A generare l’opera è il pubblico stesso. Al termine dell’esperienza, ogni partecipante riceverà via email una rappresentazione visiva dei dati raccolti, accompagnata da un breve commento generato da intelligenza artificiale. Il risultato è a metà tra un’analisi emotiva e un oroscopo scientifico: una riflessione leggera ma precisa su quanto accaduto in quei tre minuti di silenziosa esposizione reciproca.
“Abbiamo immaginato questa installazione come un piccolo esperimento umano – spiegano Stefania Reccia e Federico Vigi, fondatori di Sublime Tecnologico – che mette al centro la fragilità e la forza della relazione tra due persone. Non c’è contatto fisico, solo onde cerebrali e il riflesso emozionale dell’incontro. È immateriale, ma potentissimo.”
L'installazione trae ispirazione dalle performance di Marina Abramović sul valore del gesto e della presenza, ma in questo caso il corpo lascia spazio alla mente. L’opera sarà presentata al Bright Festival in una versione demo, il primo passo di un progetto più ampio.