Attualità

La marcia dei coltivatori contro i cinghiali

Migliaia di agricoltori in piazza nel capoluogo toscano per la manifestazione nazionale di Coldiretti contro i danni degli ungulati alle coltivazioni

L'esercito dei trattori è schierato sul lungarno Aldo Moro, appena fuori dal centro. All'ombra della cupola del Brunelleschi, invece, ci sono loro, gli agricoltori di Coldiretti che sugli striscioni di protesta sfoggiano l'hashtag "#riprendiamociilterritorio".Da chi o da cosa? Dagli ungulati, cioè cinghiali, daini, caprioli e mufloni solo per citarne alcuni. Ma all'appello non mancano neppure nutrie e storni.  

Quello che chiede Coldiretti ora sono regole ferree che mettano un freno ai danni causati dagli attacchi degli animali alle coltivazioni e una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca la sopravvivenza delle aziende agricole. Il tutto a fronte di una popolazione di cinghiali che è raddoppiata nell'arco di un decennio, toccando quota un milione. Numeri che rendono praticamente inevitabili, secondo Coldiretti, gli attacchi alle coltivazioni ma anche gli incidenti automobilistici. Nel 2015 sono stati 18 i morti e 145 i feriti caudati proprio dalla presenza degli animali. 

La Toscana è la regione più colpita e per questo la Coldiretti ha scelto proprio Firenze per la propria protesta nazionale che ha visto la presenza anche di due piccoli cinghiali portati in piazza dai coltivatori in protesta. 

Alla manifestazione ha preso parte anche il presidente nazionale dell'associazione Roberto Moncalvo: "Una situazione insostenibile che sta provocando l'abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali - ha detto - a rischio non c'è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza nelle aree rurali e periurbane è in pericolo".