Cronaca

Commerciante ucciso, gli arrestati fuggivano in Brasile

I due fratelli, indagati per omicidio e rapina aggravati, sono stati bloccati allo scalo di Bologna con un biglietto di sola andata

Avevano in tasca un biglietto di sola andata per il Brasile, e stavano tentando di imbarcarsi all'aeroporto di Bologna i due fratelli di 19 e 24 anni arrestati quali presunti autori dell'omicidio del commerciante iraniano il cui corpo è stato rinvenuto giovedì scorso a Firenze, mani legate e sacchetto in testa, all'interno del suo appartamento.

I due, ha spiegato oggi il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia, sono stati fermati quando la Polaria si è resa conto che dai loro documenti entrambi risultavano irregolari in Italia. Da lì è emersa la loro posizione, così sono stati trasferiti a Firenze e sottoposti a fermo d'indiziato di delitto. Sono indagati per omicidio aggravato dal fine di rapina e per rapina aggravata.

I fratelli sono un dipendente e un ex dipendente del commerciante 72enne, una vita spesa dietro a un banco dello storico mercato del Porcellino, nel centro del capoluogo toscano, del quale era titolare.

L'agguato

E proprio l'incasso di quel banco sarebbe stato, secondo le ipotesi investigative, nelle mire dei due fratelli che ben conoscevano le abitudini della vittima. I due avrebbero attuato nei confronti dell'anziano un vero e proprio agguato, incappucciati. Mentre uno faceva da palo, l'altro sarebbe entrato in azione quando l'uomo è rincasato nella sua abitazione al sesto piano di una palazzina alla periferia di Firenze.

Erano più o meno le 18,30 del 29 Novembre e alle violente percosse sarebbe seguita l'applicazione del nastro adesivo su occhi e bocca, poi le braccia legate dietro la schiena ancora col nastro adesivo, quindi il sacchetto di tessuto calato sul viso.

L'abitazione - al momento del rinvenimento del cadavere da parte di un fratello e di un nipote del commerciante, il giorno dopo - era a soqquadro, plausibilmente rovistata per trovare il denaro. 

Le indagini

L'autopsia indica nell'asfissia il motivo della morte dell'anziano, dopo un'agonia durata per 18 ore.

Determinanti per imprimere una svolta alle indagini sono state le immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza pubbliche e del condominio: i due vi sarebbero ripresi, incappucciati, mentre pedinano il 72enne. I tabulati telefonici hanno fatto il resto, collocando i due negli stessi luoghi in cui si trovava la vittima e negli stessi momenti.

Dopo il fermo all'aeroporto di Bologna, la casa dei fratelli è stata perquisita: lì c'erano abiti che agli investigatori sono parsi proprio quelli con cui erano stati immortalati nei filmati del 29 Novembre.