L'evasione dai domiciliari a Campi Bisenzio, l'omicidio in Mugello, poi la fuga sull'auto della vittima verso Ferrara, l'incidente e la rapina che ha condotto da lui i poliziotti della squadra mobile, infine la confessione choc: questa la ricostruzione delle ore successive all'uccisione, in Mugello, della guardia giurata Federico Perissi il cui corpo è stato rinvenuto l'altra notte sotto un cavalcavia nei pressi dell'invaso di Bilancino. Sotto al fango.
La ricostruzione delle rocambolesche ore seguite all'omicidio è della questura di Ferrara. Sì perché è lì che, lo scorso lunedì mattina, l'uomo di origini senegalesi è stato fermato, seminudo e scalzo, quale presunto autore di una rapina ai danni di una donna. Voleva sottrarle l'auto, perché con quella del 45enne ucciso aveva avuto un incidente.
Quando la polizia l'ha raggiunto, lui era privo di documenti. Ha ammesso di aver rubato lì vicino, negli spogliatoi di una piscina, il poco che indossava. I primi accertamenti hanno rivelato che era evaso dagli arresti domiciliari, dunque è stato condotto in questura. Ma una volta negli uffici ha accusato un malore, dunque è stato portato in ospedale.
Lì ha riferito di aver avuto un incidente, e da ciò si è dipanato il filo della confessione. Il veicolo è risultato intestato a un cittadino italiano, titolare di due carte di credito trovate nel portafogli del fermato. A quel punto l'uomo, di origini senegalesi, ha raccontato di aver ucciso il proprietario della vettura, indicando il luogo in cui si trovava il cadavere. E' stato trovato poco dopo dai poliziotti della Mobile, anche fiorentina, proprio in quel punto: era Federico Perissi.
La procura di Firenze indaga sull'omicidio. L'uomo che l'ha confessato è in carcere a Fierrara.