La decisione è stata presa dall’assessorato all’ambiente dopo che sono arrivati i risultati delle
analisi sui campioni di terreno prelevati nei mesi scorsi dopo che i tecnici di Casa spa avevano deciso, esaminando i terreni e in
considerazione del fatto che proprio quell’area aveva ospitato in
passato attività industriali, di mettere in atto una procedura di
indagine di caratterizzazione del suolo e sottosuolo dell'area
attualmente recintata, limitrofa al giardino pubblico.
Anche il Comune, da parte sua, ha subito attivato la procedura prevista dalla normativa che prevede il coinvolgimento di vari enti competenti tra i quali, in particolare, l'Arpat per eseguire le analisi chimiche e fisiche relative.
"Queste ultime – ha spiegato l’assessore all’ambiente Alessia Bettini – hanno riscontrato una concordanza, sia nei campioni esaminata dagli esperti Casa spa sia in quelli analizzata da Arpat, di contaminazione superiore ai limiti consentiti per i terreni residenziali ed a verde a partire da una profondità di un metro, al di sotto di un riporto probabilmente recente, fino a tre/quattro metri".
"Tale contaminazione – ha aggiunto - deriva probabilmente dall’attività industriale presente a suo tempo in quell’area: qui, tra l’altro sono state trattate anche materie prime esplosive come il fulminato di mercurio ed i metalli pesanti".