Politica

Sesto, i dissidenti bloccano il consiglio comunale

I 14 firmatari della mozione di sfiducia hanno abbandonato l'aula facendo mancare il numero legale. Biagiotti: "Così si penalizzano i cittadini"

Si fa sempre più aspro lo scontro nel Pd di Sesto Fiorentino. Gli 8 dissidenti che nei giorni scorsi hanno manifestato l'intenzione di sfiduciare il sindaco Sara Biagiotti non hanno fatto il benchè minimo passo indietro, nonostante da più parti sia arrivato l'invito a ritirare la mozione di sfiducia e far rientrare la crisi.

Invece in occasione del consiglio comunale di oggi i dissidenti, insieme agli altri colleghi dell'opposizione, dopo aver accolto ufficialmente una delegazione del popolo Saharawi, hanno abbandonato i banchi e fatto mancare il numero legale e costretto la vicepresidente a sciogliere l'assemblea.

"Siamo molto amareggiati - ha commentato Sara Biagiotti - perché oggi in Consiglio dovevano essere discussi atti importanti per Sesto Fiorentino e non è stato possibile. All'ordine del giorno c'era infatti l'approvazione della tariffa Tari 2015, con una piccola riduzione della tassa, circa 100 mila euro in totale, l'1% in meno. Il primo regolamento Ers, che avrebbe così permesso l'attivazione dell'edilizia residenziale sociale con alloggi a canone calmierato a favore di quelle persone nella cosiddetta fascia grigia, con un reddito troppo alto per accedere all'edilizia popolare e troppo basso per i prezzi di mercato".

"Le dimostrazioni di dissenso - ha concluso il sindaco - non possono mai andare contro i cittadini e la città".

Tutto questo il giorno dopo che i vertiti del partito toscano avevano minacciato di espulsione dal Pd tutti i dissidenti, che però non mollano. "Siamo stati sottoposti - ha detto l'ex capogruppo in consiglio comunale a Sesto, Giulio Mariani - a un processo sommario, come se il nostro fosse un gesto insensato. Ma il sindaco non è affatto privo di colpe. E per noi la frattura è insanabile".